31/1/2003 ore: 10:05
Effetto Berlusconi: scioperi record
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31 gennaio 2003
Nel 2002 sono state perse 30 milioni di ore per proteste,
era dal 1990 che non si toccavano questi livelli
Effetto Berlusconi: scioperi record
MILANO Il governo Berlusconi fa
esplodere la conflittualità nel paese.
Questo il risultato dell’attacco all’articolo
18: il 2002 ha raggiunto il
numero record di oltre 30 milioni
di ore scioperate. Era da dodici anni
che le mobilitazioni non raggiungevano
un livello così alto.
Le vertenze strettamente connesse
ai rapporti di lavoro, infatti,
hanno inciso in misura marginale
sull’impennata. Altre le cause, in
particolare la contrapposizione tra
governo e sindacati sulla riforma
del mercato del lavoro e sulle pensioni
che, secondo i dati forniti dall’Istat,
ha fatto lievitare a 32,7 milioni
le ore trascorse dai lavoratori in
sciopero.
Il massimo dal 1990, quando tale
cifra era salita a 36 milioni, con
un rialzo tendenziale del 355,2%.
Nel dettaglio, gli scioperi regionali
e di categoria contro le deleghe
su lavoro e previdenza tenutisi a
gennaio hanno portato a 3,5 milioni
di ore perse, pari al 12,6% del
totale. Lo sciopero unitario di aprile
sull’abolizione dell’articolo 18 ha
causato la perdita di 16,2 milioni di
ore, pari al 58,6% del totale, mentre
lo sciopero della Cgil, dopo la firma
del patto per l’Italia ad ottobre ha
condotto alla perdita di 4,6 milioni
di ore, pari al 16,7% del totale.
Complessivamente si è trattato
dell’84,1% del monte ore scioperate
nel corso dell’anno.
Le ore perse per conflitti originati
dai rapporti di lavoro, invece,
si sono concentrate nelle industrie
metallurgiche e meccaniche, con
1,8 milioni di ore (34,8%), nei
trasporti e nelle telecomunicazioni
con 532mila ore (10,2%) e nella
pubblica amministrazione con
833mila ore (16%).
Sempre dall’istituto nazionale
di statistica arrivano i dati sulle
retribuzioni, secondo cui a dicembre
gli stipendi sono rimasti invariati
rispetto a novembre, mentre sono
cresciuti del 2,1% in confronto allo
stesso mese del 2001.
L’incremento medio annuo nel
2002 è stato pari al 2,6% sul 2001,
contro un rialzo del 2,4% dell’inflazione
media annua per operai e impiegati
(misurata dall’indice Foi).
«Dai dati - ha commentato
l’Istat - emerge un andamento a forbice
tra la variazione dell’inflazione
Foi (+2,7% a dicembre) e quella
delle retribuzioni (+2,1% nello stesso
mese di osservazione)».
«I salari - ha proseguito la responsabile
dell’indagine - sono cresciuti
molto nei primi mesi del 2002 e poi la
percentuale di aumento è diminuita
progressivamente nell’ultima parte
dell’anno, riequilibrando così la media
(+2,6% delle retribuzioni contro +2,4%
dell’inflazione)».
In questo modo l’indice delle
retribuzioni contrattuali, proiettato
fino a dicembre 2003 senza ulteriori
rinnovi contrattuali, registrerebbe
un aumento dell’1,4%, pari all’inflazione
programmata.
Ma, considerando le vertenze
ancora aperte, i contratti di categoria
scaduti da tempo, i tavoli di trattativa
fra sindacati ed imprese ora
in corso e il profondo distacco tra
l’inflazione reale e quella programmata,
potrebbe preannunciarsi un altro anno
di intensa attività di mobilitazione.