21/4/2006 ore: 11:06

Feltrinelli, staffetta anti precarietà

Contenuti associati

    gioved? 20 aprile 2006

    Pagina 5 - Capitale/Lavoro

    Feltrinelli, staffetta anti precariet?
      Da sabato scorso le librerie in sciopero a rotazione: ?Salari e orari pi? equi?
        I lavoratori
        Prima erano considerati ?librai?,
        adesso sono semplici ?commessi?

        LUCA DOMENICHINI
          Continua lo sciopero in sette citt? di tutta Italia, iniziato sabato scorso e condotto ?a staffetta?, per i mille e cinquecento lavoratori di librerie e megastore Feltrinelli. La pi? grande industria culturale italiana (che comprende anche i megastore Ricordi) si ? fermata per la prima volta. E di per s? questo ? gi? un evento storico per una catena di librerie e punti vendita di arte e cultura che si rif? al marchio della casa editrice fondata nel 1954 da Giangiacomo Feltrinelli, editore e militante dei movimenti extra-parlamentari di sinistra fino al 1972.
            ?La Feltrinelli, alla fine degli anni Novanta, ha assunto una serie di manager e dirigenti provenienti dalle catene della grande distribuzione, anche alimentare, come Esselunga e Decathlon?, osservano i lavoratori che hanno scioperato, ?e oggi ne paghiamo noi le conseguenze?. I megastore e i punti vendita della prima catena di librerie del paese sono rimasti chiusi a Roma, Milano, Napoli, Bologna, Piacenza, Ancona e Genova. ?Per i prossimi giorni - spiega Jonas Onidi, Rsu sindacale nella sezione Duomo, a Milano - sono previsti per? altri blocchi. Abbiamo vinto la paura di infrangere questo tab?, uno sciopero nella Feltrinelli, nonostante i tentativi dell'azienda di boicottare la protesta: nel nostro negozio, proprio mentre lasciavamo le casse, si sono presentati capi area e direttori?. Per mettere le mani avanti, ?cercando di scoraggiare i lavoratori a partecipare?, scrivono il giorno dopo lo sciopero di sabato i lavoratori sul loro blog, creato per organizzare la mobilitazione in tutta la rete Feltrinelli in Italia (www.effelunga.blogspot.com).
              Ma quali sono state le ragioni dello sciopero? I motivi sono simili a quelli di tanti altri megastore italiani e multinazionali: ?Mancanza di personale?, spiegano i lavoratori della Feltrinelli, oggi chiamati i ?commessi?, secondo la nuova formula utilizzata per definirli, che ha sostituito il nome di ?librai?. ?La situazione di sotto-organico ? ormai cronica, siamo costretti a svolgere tutte le mansioni, senza alcun tipo di formazione professionale?. Di pi?: i salari sono bassi. Raggiungono in media i 950 euro al mese per lavoratori con alle spalle spesso un curriculum di studi che arriva alla laurea. Ma non solo: i tre turni quotidiani - mattina, pomeriggio e sera - sono decisi ?senza un anticipo sufficiente a permettere una organizzazione della vita e del tempo libero per i lavoratori - continua a spiegare Jonas Onidi - basta pensare agli orari e alle giornate di lavoro, che ci vengono comunicate soltanto con quindici giorni di anticipo. E nella Feltrinelli si lavora anche la domenica?.
                Nell'ultimo periodo, inoltre, i lavoratori del gruppo editoriale fondato da Giangiacomo Feltrinelli hanno protestato anche per la riduzione dell'orario proposta dall'azienda, che ha presentato un piano per tagliare l'orario lavorativo da 40 ore a 38 ore settimanali. ?Scalando per? le due ore in meno di impiego dai nostri permessi, che ammonta a 107 ore annuali?, spiega Onidi. ?La riduzione dell'orario di lavoro, insomma, sarebbe totalmente a nostro carico, secondo la proposta dell'azienda?.
                  ?Adesione superiore all'80%!?, scrivono i dipendenti della libreria Feltrinelli e del megastore Ricordi di Genova. ?Anche da noi la libreria ha lavorato a regime ridottissimo?, rispondono entusiasti da Ancona. Ma sembra che sia stata a Milano la manifestazione pi? importante, nella citt? in cui Feltrinelli ha undici punti vendita tra megastore, librerie, spazi allestiti dentro i centro commerciali (i cosiddetti ?Village?) e dove stanno costruendo un nuovo negozio per il progetto ?Grandi Stazioni?. Raccontano gli addetti delle due principali sedi del capoluogo lombardo, i negozi di piazza Duomo e Galleria: ?Abbiamo dovuto giocare d'anticipo, spostando lo sciopero di due ore dalle 12 alle 14 anzich? nel pomeriggio, perch? l'azienda era venuta a conoscenza delle nostre intenzioni. Siamo usciti insieme, lasciando le casse e i punti dentro agli store, per formare un corteo di una quarantina di persone che ? arrivata alla Ricordi?. L? davanti gli scioperanti ?storici? del gruppo hanno invitato la clientela a rinunciare agli acquisti, spiegando i motivi dello sciopero. In attesa di un miglioramento delle condizioni di lavoro, un monaco benedettino di passaggio ha pensato di concedere loro la benedizione.

                Close menu