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domenica 19 dicembre 2004
Due italiani su tre per Natale e Capodanno spenderanno meno dell’anno scorso. Si salva solo la tradizione del cenone Feste a basso costo, poi rincari a raffica Da gennaio aumentano le tariffe autostradali e il gasolio. Bollette più care anche per gas e luce
Luigina Venturelli
MILANO Pochi regali, addobbi ridotti all’essenziale, panettone acquistato al discount: due italiani su tre spenderanno meno dell’anno scorso e per una volta saranno i buoni sentimenti a fare Natale. La festa all’insegna del consumismo è infatti un lontano ricordo, relegato ai bei tempi andati in cui la tredicesima finiva tutta in pacchetti colorati e cesti di golosità invece che sul rosso del conto corrente bancario o in risparmi per affrontare gli imminenti rincari da 200 euro annui delle tariffe.
Una nuova stangata attende, infatti, i consumatori al giro di boa di Capodanno: dal primo gennaio gli automobilisti dovranno fare i conti con l’aumento dei pedaggi autostradali del 2,5% su tutta la rete. Vale a dire, secondo le stime fornite dall’Adusbef, un maggior esborso di 11 euro all’anno per persona. E dopo la corsa della benzina, toccherà anche al diesel, con un impatto di un euro in più per ogni pieno di un’automobile di media cilindrata, in virtù degli obblighi Ue che dal nuovo anno impongono la commercializzazione di un carburante più pulito.
Da affrontare anche la volata dei servizi bancari, a seguito dei maggiori oneri previsti nella finanziaria per bolli e concessioni: circa il 20% in più sui costi attuali, pari a 25 euro l’anno per le famiglie e 56 euro per le imprese. Causa legge finanziaria, anche le tasse locali saranno più salate: potrebbero conoscere un ritocco all’insù la tassa dell’immondizia, l’Ici e l’Irpef regionale.
Le famiglie si ritroveranno in bilancio pure i rincari delle bollette elettriche e del riscaldamento: un aumento del 2% per la luce e del 2,2% per il gas, con un impatto di 28 euro annui a nucleo familiare.
Ma le ricorrenze vanno comunque celebrate, anche se il 62% delle famiglie lo farà con meno soldi rispetto al 2003. Secondo l’Intesa dei consumatori, solo il 20% degli italiani destinerà all’occasione una somma analoga al Natale passato, mentre un residuo 18% di fortunati ha in mente di aumentarla. A subire i tagli più consistenti saranno i tradizionali regali (-36%), ma la necessità di stringere i cordoni della borsa non risparmierà alberi, presepi e luminarie, da adeguare al minimalismo del momento (-27%), né il consueto viaggio di fine anno (-50%).
Tra le sorprese da scartare il 25 dicembre, l’oro e le pietre preziose potrebbero lasciare il campo al più economico argento e alla bigiotteria: secondo Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, i gioielli subiranno la decurtazione più forte quanto a somma spesa rispetto al 2003, con un calo del 49%, mentre gli acquisti di prodotti hi-tech subiranno tagli del 32%. In disaccordo le previsioni di Confesercenti che, sperando nell’effetto traino di telefonini e lettori Mp3, pronostica un incremento nelle vendite del settore intorno al 10%.
L’identità di vedute tra commercianti e consumatori è invece perfetta quando si tratta di constatare il crollo di abbigliamento, compact disc e giocattoli: giacconi e cappotti resteranno appesi nei negozi mentre i clienti ripiegano su sciarpe, guanti e maglieria (meno 10%), libri e musica sconteranno gli aumenti di prezzo (intorno al 3%) subiti dal comparto con un calo del 5% nelle vendite, persino i bambini dovranno accontentarsi di qualche balocco in meno, visto che per bambole e macchinine si attende una contrazione del 5%.
Gli italiani, però, si confermano amanti della buona tavola e solo il 10% ha in programma di risparmiare sul cenone (impresa comuque difficile, dato il previsto aumento di prezzo del 10% sia per quello organizzato a casa che per quello consumato al ristorante). Tavole apparecchiate, dunque, ma con prodotti da discount: 19% di spesa in meno per il pandoro, 17% per il panettone, 21% per torrone, 12% per gli spumanti e il vino. Abbasso la bottega, viva l’ipermercato. Sembra questa la filosofia che, anche a Natale, le famiglie continueranno a sposare: per gli acquisti alimentari, infatti, solo il 13% degli italiani andrà nel negozio alimentare abituale, mentre i restanti sceglieranno in massa la grande distribuzione.
Fatti i dovuti conti, sono d’obbligo gli auguri ad uscire indenni dalle festività.
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