Genova: De Ferrari vietata alla Rinascente
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De Ferrari vietata alla Rinascente Accolto il ricorso dei commercianti: addio trasferimento Pochi parcheggi, interventi edilizi troppo pesanti. Lo storico palazzo della Fondiaria rimane un sogno
BRUNO PERSANO
NIENTE Rinascente nell'ex palazzo della Fondiaria in piazza De Ferrari. È il Tribunale amministrativo che lo ordina. Non ci sono parcheggi; bisogna tutelare l'architettura; la variante al Piano regolatore è illegittima. Giuseppe Petruzzelli, il giudice del no al forno elettrico a Cornigliano, chiude i cantieri e rimette in gioco il progetto annunciato l'anno scorso. Economia e politica si piegano al potere delle giustizia. Il trasferimento non si farà. Ventisette pagine per spiegare i motivi della sentenza. Il ricorso era stato presentato dalla Carige e da un gruppo di commercianti. La memoria dei ricorrenti aveva suggerito violazioni di diritto ma non poteva nascondere che dietro la protesta covava una forte preoccupazione di tipo economico: i commercianti temevano di perdere clienti, mentre la Carige si preoccupava di non rimanere a lungo con l'immobile sfitto. La causa doveva essere discussa già nel giugno scorso ma i legali avevano chiesto all'ultimo momento un rinvio. Era un rinvio strategico per consentire alle parti di trovare un accorto stragiudiziale. Forse un risarcimento. D'altronde il contratto d'affitto tra la Rinascente e la Fondiaria assicurazioni era stato già firmato; il consiglio comunale, nel gennaio 2000, aveva votato per il trasferimento del grande magazzino, e il progetto edilizio per la ristrutturazione del palazzo era stato già accolto. Il cantiere edile alla Fondiaria aperto. Dodici commercianti si erano coalizzati, i nomi più conosciuti del centro: Prisma, Bagnara Sergio Vezzoni, Angelucci, Ferrari il gioielliere, Ad. Fer. ferro battuto, Berti, Les Copains, Tino's, The Sisters, Vigo e Moisman sport di via Luccoli. Ma ieri la sentenza. Nessun accordo extragiudiziale, una sentenza "in nome del popolo italiano" iscritta nel registro al numero 165 del 2001. Scrive a lungo il giudice, i riferimenti alle normative nazionali e regionali sono molti ma è chiaro il pensiero della corte. Il progetto di ristrutturazione è troppo invasivo. È previsto «il completo sventramento interno del palazzo - scrive il relatore - mediante modificazione di tutti e sette i piani che lo compongono nonché l'inserimento di nuovi imponenti impianti tecnologici, così da renderlo funzionale alla nuova destinazione commerciale di grande struttura di vendita con circa 5.000 metri quadrati di superficie. La peculiarità del palazzo de La Fondiaria Assicurazioni, invece, alla stregua degli altri palazzi che compongono lo splendido quadro della più importante piazza di Genova, è tale che la parte interna e quella estera sono tra loro complementari e inscindibili. Le modifiche dell'una sicuramente andrebbero ad incidere sulle altre, rompendo l'unitarietà storicoestetica della struttura», che invece deve essere tutelata. Poi manca il parcheggio. La Rinascente ha sempre ribattuto che di parcheggi pubblici, intorno la piazza, ce ne sono in quantità. «Ma se si accogliesse questa tesi - scrive il giudice - non si dovrebbe mai imporre la realizzazione di alcun parcheggio pertinenziale (annesso al grande magazzino). Ciò sarebbe contrario non solo alla legge statale ma al Piano regolatore 1980 del Comune e alle norme della Regione». Dovrebbero essere realizzati invece 5.000 metri quadrati di parcheggio. Ed infine, il giudice ha accertato una violazione di pubblicazione della data di variazione del Piano regolatore, annunciata solo alla vigilia della firma.
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