Genova: La fuga dei commercianti
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Ma in via Roma le boutique intravedono buoni affari Già ieri molti negozi del centro erano chiusi, la maggior parte tirerà giù le saracinesche oggi, si riapre a G8 finito La fuga dei commercianti
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nadia campini LASTRE di acciaio davanti alle vetrine, le insegne nascoste da un muro di assi di legno: il Mc Donald all'incrocio tra via Venti Settembre e via Fiume ha già chiuso i battenti e ieri gli operai hanno lavorato tutto il giorno per proteggere il fastfood, uno dei primi obiettivi della contestazione antiglobal. Oggi toccherà all'altro Mc Donald, quello a metà di via Venti, mentre tanti negozi del centro hanno già chiuso le vetrine e sprangato le serrande. Da ieri nei vicoli i locali chiusi superano quelli aperti. «Tanto con le inferriate non arriva nessuno a comprare - spiega il titolare della tripperia di vico Casana - io domani mattina vengo a pulire, poi via in ferie». In via Venti Settembre la maggior parte degli esercizi chiuderà domani, ma qualcuno ha già montato davanti alle vetrine pannelli di compensato e lastre antisfondamento. E persino il consolato dei Paesi Bassi, in viale Orti Sauli, ha coperto il suo stemma con un sacco della spazzatura. In via Roma invece, dopo gli appelli del sindaco per non far fare brutta figura alla città, diversi negozi ci stanno ripensando. Da Luis Vuitton non hanno dubbi. «Noi dovremmo essere al sicuro - spiegano - d'altra parte è già venuta la delegazione giapponese, sono passati gli americani, contiamo di fare anche affari.» Da Mariella Burani, che erano orientati per la chiusura venerdì e sabato, ora sono in forse. Ma non è facile. «Il problema sarà riuscire ad arrivare - dice il responsabile di Bruciamonti, la gastronomia proprio di fronte alla Prefettura - io vengo da Rapallo e con Brignole chiusa non so come faremo. Siamo inoltre nell'impossibilità di fornire i pasti caldi a domicilio, noi abbiamo diversi clienti anziani ai quali consegniamo il pranzo caldo in casa, ma adesso non possiamo farlo». In via Venti Settembre intanto stanno facendo la loro comparsa un po' ovunque pannelli e lamiere di protezione sulle vetrine, in particolare sui negozi di preziosi e su quelli di elettronica e telefonini. Da ieri hanno già chiuso le catene come Benetton e Sisley, gli altri chiuderanno da domani, mercoledì 18, come Celio, o al massimo giovedì 19, come Max Mara. Resistono i grandi magazzini, Rinascente e Coin, che terranno aperto anche nei giorni del vertice. Resiste Feltrinelli, che chiuderà solo domenica, mentre Mondadori cederà probabilmente già da sabato e la Fnac da venerdì. Ha deciso poi di tenere aperto la libreria Bozzi di via Cairoli, «nella convinzione che i contestatori, a qualunque cosa si oppongano, non si oppongono ai libri e alle librerie». Chiuderanno da mercoledì quasi tutti i panifici e i negozi di alimentari, anche per la difficoltà di approvigionamento di prodotti freschi, ma anche la maggior parte dei selfservice e dei bar. In via XII Ottobre chiudono a metà settimana il Moody, che riaprirà lunedì 23 'salvo imprevisti' e lo Spizzico, mentre resiste il Texano di Piccapietra. E il Ristocafè 7. Cielo di via XII Ottobre si organizza. «Saremo chiusi al pubblico - spiega il titolare - ma saremo a lavorare dentro perché faremo le consegne a domicilio». Tra i pochi che hanno deciso di tenere aperto ci sono poi i titolari del 'Number One', a Brignole. Saranno aperte infine le banche, anche se il Banco di Chiavari di via Garibaldi ha coperto le insegne. |

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