Grandi Viaggi rilancia nei villaggi in Sardegna

Piano da 20 milioni € per una nuova struttura nel nord
Grandi Viaggi rilancia nei villaggi in Sardegna
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MILANO - I Grandi Viaggi potenzia la sua offerta in Italia con un altro villaggio in Sardegna. Il contratto per l'acquisizione del terreno è già stato firmato, anche se la società non ha ancora reso noti i particolari. L'area dovrebbe comunque essere nel nord della regione, per un investimento - tra terreno e costruzione - nell'ordine di 20 milioni di euro. «Per completare la nostra offerta volevamo due nuove strutture in Sardegna, oltre a un villaggio nelle Dolomiti», spiega Luigi Clementi, presidente e amministratore delegato del primo tour operator italiano che ha preso la strada della quotazione in Borsa. Il primo di questi tre tasselli è stato dunque messo al suo posto. D'altra parte, iGV non fa mistero di considerarsi un tour operator un po' anomalo, nel senso che vuole essere prima di tutto una società alberghiera italiana per la quale l'estero è solo un'alternativa, necessaria per avere una valida offerta in ogni periodo dell'anno. «Sull'estero sono molto prudente, ci sono rischi politici, economici, anche climatici, come abbiamo visto con la nostra struttura in Honduras, non vogliamo più di cento camere, non vogliamo dover riempire due aerei alla settimana. Vogliamo invece essere una società alberghiera dedicata alle vacanze - sottolinea Clemente - Noi, a differenza di altri, non facciamo intermediazione su beni di terzi ed è per questo che gli altri devono fare grandi volumi, perché hanno un bassissimo valore aggiunto sul fatturato». Resta il fatto che anche iGV deve stare su un mercato che ha margini molto bassi, ridotti ulteriormente dopo le vicende dell'11 settembre scorso. I prezzi si sono progressivamente contratti, fino al 20%, per poi risalire. Ma fino a oggi hanno recuperato solo la metà di quel gap, lasciando così - come ammette Clemente - l'intero settore sotto pressione. Ma cosa è stato fatto con la liquidità incassata dal collocamento di quattro anni fa (circa 50 miliardi di lire)? È parcheggiata in banca. «Il denaro in cassa serve da leva - spiega Clementi - le nostre acquisizioni sono fatte in leasing e, proprio con quella disponibilità di "riserva" riusciamo a contenere in due punti lo spread tra interessi passivi e attivi, andando avanti nella nostra politica di crescita». Così il gruppo è cresciuto a piccoli passi, mantenendo comunque dimensioni medio-piccole (93 milioni di euro di fatturato l'anno scorso) che impongono un modello diverso da quello dell'integrazione verticale messa in atto dai grandi del settore, a partire da Alpitour e Ventaglio. «Al momento del collocamento, nel '98, avevamo solo due villaggi in proprietà - puntualizza il presidente della società - oggi siamo proprietari di tutte le strutture italiane (Le Castella in Calabria, Baia Samuele e Marispica in Sicilia, Santagiusta in Sardegna e La Trinité a Gressoney, in Val d'Aosta) ad eccezione di Rosa Marina in Puglia, che era e rimane in gestione». A queste si aggiunge poi il Blue Bay in Kenya, una struttura che fa storicamente parte del gruppo, mentre restano in gestione o commercializzazione tutte le altre. A volte, però, anche dalla più banale commercializzazione di una struttura possono nascere nuove opportunità. È il caso di Al Hamra Fort, negli Emirati arabi uniti (si veda anche l'articolo a fianco), dove la struttura alberghiera confina con un'area su cui è stata avviata una gigantesca lottizzazione. Visto il successo di Al Hamra, primo "all inclusive" dell'intera regione, con ogni probabilità ville e villette sul mare saranno offerte anche al pubblico italiano e l'intermediazione potrebbe essere affidata proprio a iGV. «Ne abbiamo parlato con lo sceicco», ammette Clemente. Martino Cavalli Giovedí 04 Aprile 2002
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