1/12/2010 ore: 11:13

I disoccupati italiani continuano ad aumentare

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Un nuovo balzo della disoccupazione italiana, a testimonianza che la crisi non è affatto finita, anzi. Il dato diffuso ieri dall’Istat, relativo a ottobre, è attestato all’8,6%, il più alto dal 2004. Rispetto al mese precedente è salito dello 0,3%,mentre rispetto allo stesso mese del 2009 la crescita è dello 0,4%. Sempre pesante, seppure in diminuzione, il dato che riguarda la disoccupazione giovanile (15-24 anni): si fissa al 26,2%, praticamente un giovane
su quattro è senza lavoro. È salita anche la disoccupazione nella eurozona, al 10,1% in ottobre secondo Eurostat, rispetto al 10% di settembre. Per l'Ue a 27 stati membri, invece, a ottobre la disoccupazione è rimasta stabile rispetto al mese precedente, con un tasso del 9,6%.
Eurostat stima i disoccupati nella Ue a ottobre in 23,151 milioni di cui 15,94 nell'eurozona. Tra gli stati membri, il tasso più basso è stato registrato in Olanda (4,4%), Austria (4,8%) e Lussemburgo (5%), mentre il più alto in Spagna (20,7%), Lettonia (19,4%) e Lituania (18,4%). «Dati impietosi, che tendono ad assumere caratteristiche di "strutturalità" che ci trascineremo nel futuro senza una netta inversione di tendenza – commenta il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni. Il dirigente sindacale sottolinea come si registri «la disoccupazione più alta dal 2004, con un peggioramento di circa 100 mila persone rispetto al mese precedente, ovvero la fotografia che cancella anche tutte le false polemiche interpretative dei mesi scorsi, usata dal governo come cortina fumogena per nascondere la realtà». «Come si spiega il fatto – chiede Fammoni – che gli occupati restano stabili mentre crescono così tanti disoccupati? Una parte degli scoraggiati prova a cercare lavoro e riemerge dimostrando di essere disoccupata a tutti gli effetti, il che conferma le stime di Bankitalia. Stiamo dunque peggio di altri, questa è la realtà del paese che somma al dramma della disoccupazione, del Mezzogiorno, del lavoro dei giovani, una contrazione della base produttiva». Inoltre, prosegue il segretario confederale della Cgil, «non so su cosa si arrampicheranno oggi i falsi ottimisti di maniera per tentare di confutare la realtà.Ma noi che non vogliamo rassegnarci a essere più piccoli e più poveri come sistema paese e senza un futuro per i giovani, ribadiamo che occorrono più certezze e più tutele, politiche e incentivi allo sviluppo e alla ricerca, interventi fiscali, come abbiamo ribadito con la straordinaria manifestazione del 27 novembre e come chiedono tutte le parti sociali. Ma che un governo inadeguato e in evidente crisi, non vuole e non è in grado di garantire». Ottimista la lettura del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: «I dati ci dicono che fortunatamente più persone si offrono sul mercato del lavoro, evidentemente incoraggiate dalla ripresa». Secondo Sacconi, insomma, l’aumento è legato al calo degli inattivi e quindi all'incremento delle persone che cercano lavoro: «Cresce il tasso di disoccupazione di 3 decimali perché solo una parte di coloro che erano inattivi e ora si offre sul mercato del lavoro, lo trova effettivamente ». Critiche, per questa lettura, arrivano dal Pd Cesare Damiano: «I dati istat indicano che l’emergenza occupazionale nel nostro Paese continua crescere al pari dell’arroganza e dell’inadeguatezza del ministro Sacconi e del governo. È l'ennesima conferma della crisi».

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