26/10/2012 ore: 9:34

I figli di Caprotti ricorrono al tribunale

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Si riaccende la dinasty della famiglia Caprotti che controlla la catena distributiva Esselunga (circa 7 miliardi di ricavi e 201T1ila dipendenti). Ieri i figli Giuseppe e Violetta Caprotti hanno annunciato di aver impugnato il lodo arbitrale maturato lo scorso luglio «per i gravi vizi processuali nonché per la contrarietà del lodo alle regole dí ordine pubblico sulla circolazione delle partecipazioni attribuite a società fiduciarie».
L`atto di impugnazione è già stato depositato presso la Corte d`Appello di Milano, ma già domani si terrà la prima udienza della causa civile promossa dai due figli per il riconoscimento dei propri diritti. La controversia tra il padre, Cernie, Bernardo Caprotti e i figli Giuseppe e Violetta nasce dell`assetto che il padre diede al gruppo Esselunga a partire dal 1996. Da quel momento, recita una nota dei figli, e sino al 2o11 la proprietà della holding che controlla Esselunga, intestata a una società fiduciaria, era in larga misura attribuita al padre inusufrutto e ai figli in nuda e in piena proprietà. Nel febbraio 2ou il padre, valendosi di una procura generale dei figli ha intestato a sé le loro azioni. «Tale intestazione - ostengono Giuseppe e Violetta - è avvenuta a totale insaputa dei figli che lo hanno appreso casualmente molti mesi dopo». Tutta- via l`azione cautelare, promossa dai figli, per sequestrare le azioni è stato bloccata dal giudice che ha accolto la tesi del padre. Il collegio arbitrale ha stabilito che la proprietà (piena e nuda) appartenesse fiduciariamente ai figli, ma che essi fossero assoggettati al potere del padre di riacquistare quelle azioni, come è avvenuto. Peraltro, prima della pronuncia del lodo arbitrale di luglio, Giuseppe e Violetta, convinti che il collegio arbitrale «fosse stato investito irritualmente in quanto non competente a pronunciarsi sulla domanda del padre, hanno presentato al Tribunale di Milano una domanda diretta a far accertare i loro diritti innanzi al giudice ordinario e per far dichiarare decaduto Bernardo Caprotti dall`usufrutto della azioni». Su questo tema oggi si svolgerà la prima udienza del processo. Interpellato da Il Sole 24 Ore Bernardo Caprotti ha declinato l`invito a parlare. Quasi certamente nel corso del giudizio emergeranno altri fatti di cui però bisognerà accertare la fondatezza o l`eventuale illegittimità. Nei mesi scorsi peraltro si erano rincorse indiscrezioni su una cessione della catena commerciale ad altri player, sempre smentite dal patron e dai fatti. Forse anche per le incertezze determinate dal giudizio pendente.

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