I portieri d´albergo cercano «eredi»
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(Del 12/11/2001 Sezione: Cronache italiane Pag. 19)
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I portieri d´albergo cercano «eredi» |
Il presidente: da 15 anni non ci sono più scuole |
MILANO Non chiamateli solo portieri d´albergo. Loro sono i concierges d´hotel, la «creme» dell´ospitalità a cinque stelle, da sabato a convegno tra gli stucchi e gli ori di Villa d´Este. Riconoscibili dalle chiavi d´oro intrecciate, marchio doc rivisitato dal gioielliere svizzero Bucherer, si definiscono gli «angeli custodi» dei clienti di lusso: «I nostri sorrisi accolgono gli ospiti all´arrivo e li salutano alla partenza». Razza quasi in via d´estinzione in un mondo sempre più standardizzato - o globalizzato - i «concierges les clefs d´or» temono di non avere più eredi. Come dice Giorgio Chiesa, da cinque anni presidente della categoria: «Non esistono più scuole ne corsi. Sono state abolite 15 anni fa. Senza un vivaio, non c´è nemmeno futuro». Sopravvive il presente, al Cipriani di Venezia come al Four Season di Milano. E negli hotel a cinque stelle dei trenta Paesi che aderiscono all´associazione fondata a Parigi nel `49. Per essere «congierges» non bastano la divisa e i galloni. Ci vuole savoir faire e un pizzico di psicologia. Per questo riceve il fregio delle doppie chiavi d´oro solo chi ha seguito corsi di cultura generale e tecnica dell´accoglienza. Per il prossimo triennio l´Unione vuole organizzare in scuole alberghiere pubbliche e private di Roma e Milano corsi di 3 mesi per 30 iscritti. «Bisogna imparare ad accogliere il cliente-amico col sorriso negli occhi. Bisogna studiare soprattutto psicologia. La preparazione e la resistenza psicologica a prova di bomba sono le due caratteristiche del portiere d´hotel. Quel portiere che sa con chi e in quale momento deve e può essere cordiale, che sa captare al volo abitudini e desideri, stranezze e vizietti dell´ospite». Bisogna conoscere bene le lingue, essere discreti e capaci di rispondere ai capricci dei clienti: «Noi siamo quelli che dobbiamo far fronte a tutte le aspettative. Dobbiamo essere un aiuto e saper mantenere i segreti». Protagonisti in film come il «Conte Max» di Vittorio De Sica e «Pretty Woman» con Julia Roberts e Richard Gere, i concierges d´hotel sono nella leggenda. E nella storia. Come Tommaso Masci, per 40 anni primo portiere all´Hotel Excelsior di Roma. Da questo albergo di lusso in via Veneto passavano tutti. E adesso che è in pensione, Tommaso Masci può dar sfogo ai ricordi: «L´attrice Kim Novak riceveva nuda in camera sua gli inservienti. Humphrey Bogart rientrava ubriaco e io dovevo accompagnarlo in camera. Quando Liz Taylor e Richard Burton litigavano, e litigavano quasi sempre, si tiravano addosso piatti e lampade». Anni dorati. Anni in cui via Veneto aveva i riflettori sempre accesi e Federico Fellini si ispirava per la sua «Dolce vita». Anni che sembrano lontanissimi, dopo l´attacco alle Twin Towers, le minacce di Osama bin Laden, la guerra in Afghanistan. Il turismo nel mondo oggi è in crisi, si viaggia sempre meno per piacere. Ma dai concierges d´hotel arriva voglia di riscossa: «Non dobbiamo piangerci addosso, dobbiamo credere nel futuro». E se gli chiedete se di fronte a uno sceicco, a un cliente vestito come un musulmano adesso lui ha un pensiero in più, otterrete solo una raffinata risposta diplomatica: «Lo guardiamo come un qualsiasi altro cliente. E lo trattiamo allo stesso modo di chiunque altro».
r.m.
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