I rivoltosi di Natale all’Ikea di Corsico
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«Assaliti dai clienti»
MILANO — Nel piccolo mare di palline colorate i bambini giocano. Si sentono protetti. C’è fermento nell’apposita baby area subito dopo le vetrate d’ingresso. Sembra tornato il sereno, ma c’è ancora la tempesta. «Finalmente perché a Sant’Ambrogio è stata una sofferenza », dice Annamaria Ferrari. Lei, madre di due figli, ha dovuto rinunciare lunedì agli acquisti all’Ikea di Corsico. Perché? «Per lo sciopero dei dipendenti », spiega. Rassegnata.
Il giorno dopo l’agitazione del terzo centro vendita più importante della catena internazionale, l’atmosfera è quella di sempre. Quella da luna park del low cost nell’arredo casa. «Il peggio è passato», dice Giovanni Piobelli alla ricerca del «gioco perfetto» per la figlia. Passato, sì. All’apparenza. Dietro la facciata di festa «c’è sempre la nostra mobilitazione», sottolinea Kristian Bonfiglio, dipendente dal 2000 e sindacalista Rsu. Capelli rasati, viso paffuto, sorridente «forse perché sono abituato con i clienti». Tanti, tantissimi. «Quasi 40 mila ogni fine settimana». Solo quando parla del «clima sul lavoro», si rabbuia. E si agita. «Così non si può andare avanti. I turni sono massacranti, soprattutto a Natale. E l’azienda? Niente, non pensa a nuove assunzioni». Oggi i dipendenti sono 530, più una sessantina di contratti a termine. «Troppo pochi».
Lui, con i suoi colleghi Pietro Andreacchio, Luca Marchi e Massimo Cuomo, è uno delle «anime» della rivolta natalizia. «Ai vertici chiediamo un incontro. Anche per appianare i disagi che i dipendenti sentono tantissimo », sottolinea Andreacchio al reparto divani dal 1992. Tanto che «qui le percentuali di assenza sono quasi il doppio rispetto alla media nazionale». Turni insopportabili, «ronde per controllare le soste in bagno, i tempi della mensa». Ma anche disagi con i clienti. «Disagi? No, vere aggressioni», accusano i sindacati. «Nell’indifferenza dell’azienda. Un esempio. Il cliente ha sempre ragione, giusto. Persino quando siamo noi le vittime?» domanda Cuomo. In molti casi deve intervenire la vigilanza. «Di recente un uomo ha persino cercato di strozzare un collega. E giorni fa mi hanno lanciato addosso una matita». E la direzione? «Offre buoni pasto per riportare la calma ». I dipendenti hanno chiesto in assemblea che sia «costituita una commissione su questo tema». Intanto scioperano, in attesa dell’incontro richiesto all’azienda. Dalla multinazionale spiegano che «ogni negozio ha autonomia sulle assunzioni », mentre cerca di capire «come mai c’è un numero diverso tra articoli usciti e scontrini battuti ». Scontrini, tanti scontrini. Come ieri, dove le file alla cassa sembravano interminabili. «Ecco, vede, è sempre così». Pare una festa. Già, pare. «Perché dietro la facciata c’è la tempesta. E anche noi possiamo perdere la pazienza».