COFFERATI
Il Cinese incanta Bologna «Sarò il sindaco di tutti» JENNER MELETTI
BOLOGNA - Due cerotti, all´indice e all´anulare della mano destra. «Da qualche tempo soffro di artrite, e stringere tante mani certo non mi aiuta. Ma come posso fare, in giorni come questi?». Per Sergio Cofferati l´unico incontro pubblico - nel primo giorno da sindaco eletto ma ancora senza fascia tricolore - è sullo splendido sagrato della basilica di San Domenico. L´occasione è tristissima, perché c´è l´ultimo saluto a padre Michele Casali, il frate che ha inventato i «Martedì di San Domenico», appuntamento per credenti e non credenti impegnati a costruire un futuro più umano. «Ho voluto conoscere padre Michele - dice Sergio Cofferati - appena arrivato a Bologna un anno fa. Ci siamo incontrati più volte. E´ stata per me una guida preziosa, per conoscere la città e anche la ricchezza profonda delle Chiesa bolognese. Ho partecipato anche ad alcuni Martedì». C´è tutto il cuore della città, nell´antica basilica. Padre Casali, figlio di un attore romagnolo e di una cantante lirica spagnola, amava definirsi un «impresario della fede». Organizzava gli incontri del Martedì su bioetica e manipolazioni genetiche, ma era anche socio - con Francesco Guccini - dell´antica osteria delle Dame, «solo vino buono e niente whisky». Per questo, accanto alla sua bara, ci sono tutti. Cofferati cerca un posto a metà della navata ma gli chiedono di sedersi in prima fila. Cinque metri più avanti, sul seggio vescovile, monsignor Carlo Caffarra. Telecamere e fotografi sono pronti per fissare l´incontro impossibile: quello fra il nuovo sindaco e Giorgio Guazzaloca. In un intero anno - l´ex segretario della Cgil è arrivato a Bologna il 13 giugno 2003 - il sindaco del centro destra non ha mai accettato un confronto con Cofferati, mai gli ha stretto la mano e nemmeno ha pronunciato il suo nome. «Uno dei candidati sindaco», diceva. E anche oggi il posto del sindaco resta vuoto. Pur di non incontrare il nuovo primo cittadino, Guazzaloca diserta il funerale di un frate che ha costruito un pezzo di storia bolognese. Al suo posto arriva il vice sindaco Giovanni Salizzoni, imbarazzato e in ritardo. Forse ha saputo solo all´ultimo momento - come già gli è capitato tante volte - di dover sostituire il primo cittadino. Da palazzo d´Accursio le parole del sindaco uscente arrivano soltanto attraverso Porta a Porta. «Gli elettori - dice Giorgio Guazzaloca - hanno scelto i partiti. Bologna ha voluto tornare al passato. I cittadini hanno deciso così, va bene». Cofferati aveva deciso di non parlare fino alla festa di domani in piazza Maggiore, ma di fronte all´accusa anticipa una replica. «Quella di Guazzaloca - dice ai microfoni del Tg3 - è pura propaganda». «La destra a Bologna perde perché ha solo i partiti, non ha nessuna associazione dalla sua, checché ne dicano. Parlano di società civile ma in verità la rappresentanza sociale stava dalla nostra parte, con ben 82 associazioni. E i risultati si sono visti». La ricetta del successo, secondo Cofferati, è abbastanza semplice. «Noi abbiamo presentato un progetto per la città, un progetto sostenuto da partiti, associazioni, movimenti: uno schieramento larghissimo. Questa contrapposizione fra partiti da un lato e società civile dall´altra è pura propaganda». Un pranzo alla trattoria dell´Orsa, con l´amico Gaetano Sateriale, appena rieletto sindaco di Ferrara. Assieme hanno scritto «A ciascuno il suo mestiere». Correva l´anno 1997 e l´allora segretario generale della Cgil non pensava certo al mestiere di sindaco. Un poco di riposo, per digerire la fatica di una notte bellissima ma infinita. C´era un cartello scritto a mano, ad attendere Cofferati in piazza maggiore. «La prima prova / della bolognesità / è la giunta Guazzaloca / che se ne va». Uno striscione sotto il palco, messo dai giovani dei Ds, annunciava una «Piazza pulita». Sergio Cofferati si è sempre detto convinto di «non essere un grande oratore». «Se avessi la voce di Pezzotta - disse prima del suo ultimo comizio del Primo Maggio, come segretario della Cgil, proprio a Bologna - potrei arringare le folle. E invece?». Ma non c´è bisogno di una voce tonante, per entusiasmare una piazza Maggiore già alle stelle. «Sono orgoglioso di essere il vostro sindaco - queste le prime parole - e anche emozionato, perché questa è una città straordinaria. Grazie per l´opportunità che mi avete dato. Intendo essere il primo cittadino di tutti i bolognesi, farò quello che posso per convincere anche quelli che non mi hanno votato». Potrebbe dire qualsiasi cosa, tanto tutti applaudono comunque anche se non si capisce quasi nulla, causa un altoparlante improvvisato e difettoso. «Sono molto contento di essere uno di voi e di avere scelto di venire a vivere qui. Mi impegno ad essere il cittadino di tutti, cittadino e sindaco perché voi avete votato così». «La mia autonomia di oratore - aveva confessato pochi giorni fa, dopo un forum a Repubblica - è di venticinque minuti. Sono però convinto che, se vai oltre, la gente non ti ascolta più». I minuti sono stati meno della metà, in piazza Maggiore, ma saranno ricordati per un pezzo, e non solo dai ventimila che erano davanti al palco. Qualcuno, dalle finestre del palazzo comunale, ha osservato una festa, quella degli altri, che non riteneva possibile. «Fino alle ultime ore - dice un impiegato di un assessorato, con il tono di chi svela un segreto bancario - il mio assessore ha fissato appuntamenti anche per i giorni successivi alle elezioni. Erano sicuri di vincere. Forse parlavano soltanto fra di loro. Ricordo che con la giunta di cinque anni fa, già prima del voto, gli assessori preparavano gli scatoloni con le loro cose personali liberando l´ufficio, se non altro per rispetto al sindaco che avrebbe distribuito nuove deleghe». Il trasloco arriva nella mattinata del primo giorno di Cofferati. L´assessore Enzo Raisi è il primo a caricare le proprie cose sul fuoristrada. Il consigliere Andrea Crocioni carica le sue scatole sulla vecchia Ford e si lamenta ad alta voce: «Non mi hanno votato, non mi hanno votato?». Il nuovo sindaco e la nuova giunta entreranno a Palazzo entro un mese. Sergio Cofferati, per tutto il pomeriggio, prepara la festa di domani. Qualcuno sussurra che potrebbe arrivare anche Roberto Benigni. Ieri sera, cena con amici. Tagliatelle ad Anzola, ai piedi della collina. E l´annuncio della prima grana. Due sindacati chiedono al nuovo sindaco di sospendere la gara di appalto per un pezzo di trasporto pubblico locale. Vogliono al più presto un incontro. Per la prima volta, Sergio Cofferati sarà la «controparte». Se non sta attento, rischia di sedersi dalla parte sbagliata del tavolo.
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