26/11/2007 ore: 10:07
Il governo costretto alla fiducia sul protocollo
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Pagina 8 - In Italia Il governo costretto alla fiducia sul protocollo Chiti: rispettare il patto con le parti sociali Rifondazione è critica. I diniani minacciano fughe di Marco Tedeschi / Roma FIDUCIA Il Consiglio dei ministri ha autorizzato il governo, se ce ne fosse bisogno, a porre la fiducia sul disegno di legge sul welfare del 23 luglio scorso. L’annuncio è stato dato dal ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero (Prc), che non ha mancato di esprimere «la sua riserva» e di sottolineare che non è nemmeno stato deciso su quale testo chiedere eventualmente il voto. Questa volta, però, il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi (Pdci), e quello dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio(Verdi), che si erano astenuti al momento del varo del ddl in consiglio, non hanno seguito Ferrero sulla sua posizione. Il ministro dell’Università, Fabio Mussi (Sd), non era invece presente alla riunione. «Anche se il ministro Ferrero ha espresso delle riserve, la decisione sulla fiducia è stata presa: è un atto politicamente corretto», ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, al termine del Consiglio. «Quando un governo fa un’intesa con le parti sociali, quel governo si assume una responsabilità su cui poi si esprime il Parlamento». Quanto alla possibilità che la fiducia sia posta sul provvedimento originario, «questa - dice Chiti - è una valutazione che deve essere compiuta, perchè bisogna valutare con precisione cosa comporteranno i cambiamenti della commissione». Per discutere la questione Welfare a Palazzo Chigi si sono recati in tarda mattinata anche il presidente e il direttore generale di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo e Maurizio Beretta. Oltre un’ora la durata del colloquio con il premier Romano Prodi e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Letta. «Il governo è consapevole della portata del problema: aspettiamo risposte puntuali nei prossimi giorni», ha riferito Beretta. Dal Senato intanto non arrivano segnali tranquillizzanti: Lamberto Dini ha preannunciato che non voterà il disegno di legge se resteranno le modifiche volute dalla sinistra radicale. Letta è però ottimista: «Quello sul welfare», dice, «è un buon protocollo, l’importante è stare più vicino allo spirito originario. Ci sono cento buone notizie per il nostro sistema imprenditoriale e per i lavoratori italiani, più si sta vicini a quel testo meglio è. Sono convinto che troveremo la soluzione migliore per cercare di essere più aderenti possibili allo spirito del protocollo». Si lavora, dunque, a un testo che sia di «sintesi» tra le posizioni di governo, sindacati, parti sociali e Parlamento. Forse dunque a un terzo testo. «Il riferimento - spiegano fonti di Palazzo Chigi - resta l’accordo con le parti sociali che ha avuto il voto favorevole di 5 milioni di lavoratori». Ma il governo sta lavorando a un terzo testo? «Il governo - è la risposta - lavora a una sintesi tra le posizioni delle parti sociali e quelle emerse dal dibattito parlamentare». «È una cosa normale. C’è stata una lunga discussione sul protocollo; c’è stata una discussione successiva quindi la fiducia conclude questo iter» ha detto il ministro del Welfare Cesare Damiano. Sull’ipotesi fiducia, critico il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi: «Ho visto che hanno messo la fiducia a prescindere. Non sanno qual è il testo, ma comunque c’è la fiducia». |