Il ministro e Siena: riflettere sul Palio
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La Brambilla: tutelare gli animali
ROMA — Più tardi ha spiegato che è stata fraintesa: «Non ho mai proposto l’abolizione del celebrato Palio di Siena», ha precisato Michela Vittoria Brambilla, ministro del Turismo, in serale dietrofront.
Ma intanto il suo pollice verso contro «le troppe manifestazioni che comportano l’uso crudele di animali, non solo cavalli ma anche asini, oche, buoi, colombe e perfino struzzi», aveva già indispettito la Lega («Mai rinunceremo alle nostre tradizioni millenarie») e suscitato le ironie del Pd («Una bischerata»).
In realtà, correzioni a parte («Non chiedo la cancellazione ma un’approfondita analisi delle manifestazioni»), la Brambilla, di cui è noto il forte impegno animalista, prima aveva detto così: «Se la Catalogna ha rinunciato alla corrida, anche noi possiamo rinunciare a qualche corsa o palio, non solo quello di Siena, che è il più famoso. Questi spettacoli non hanno più senso, potremmo volentieri farne a meno». Oltretutto, ci aggiungeva, «lo stesso made in Italy ne risente. Ogni volta che accadono episodi di sfruttamento di animali, non propri di un Paese civile, queste notizie fanno il giro del mondo e ledono la nostra immagine. È essenziale che l’Italia diventi animal friendly».
Non ha apprezzato la sua preoccupazione ambientalista il senatore dell a Lega, Gianvittore Vaccari, che è anche sindaco di Feltre, provincia di Belluno, patria di un altro celebre palio (che vanta l’alto patronato della presidenza della Repubblica e il patrocinio della presidenza del Consiglio), in programma giusto dopodomani (quello di Siena il 16): «Rimango sorpreso dalle dichiarazioni della Brambilla. Ma noi mai e poi mai accetteremo che le tradizioni culturali di millenaria memoria del nostro Paese siano abrogate o peggio ancora cancellate dagli annali storici. Non credo che l’immagine dell’Italia ne esca male per colpa del Palio di Siena, di Feltre o della Giostra della Quintana, anzi. Venga da noi, domenica, la invito io. Vedrà quanti turisti da tutto il mondo sono estasiati da queste kermesse che riportano indietro nel tempo».
In realtà il sottosegratario alla Salute, Francesca Martini, competente sugli animali, due anni fa ha emanato un’ordinanza dettagliata proprio sui palii. Con precise norme di sicurezza per cavalli e fantini.
Nemmeno il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gas parri, stavolta sta con la Brambilla: «Viva il Palio di Siena, un evento ricco di tradizione e sana cultura popolare». Ironizzano gli onorevoli Pdl Mario Valducci e Beatrice Lorenzin: «Sarà stato il caldo agostano o la scarsa conoscenza della storia e delle tradizioni italiane...». Per il responsabile Turismo del Pd, Armando Cirillo «abolire il Palio è una bischerata. Il nostro turismo boccheggia e la Brambilla non trova di meglio che fare crociate assurde».
Ovviamente invece hanno gradito la proposta gli Animalisti italiani. «Tutta la nostra solidarietà al ministro Brambilla », le manda il presidente Walter Caporale. «Il ministro ha perfettamente ragione», aggiunge Ciro Troiano della Lega anti vivisezione (Lav). Sulla stessa linea Angelo Bonelli, presidente dei Verdi: «Anche se la più grande corrida da abolire in Italia sarebbe la caccia».
Perplesso e un tantino anche offeso, a nome dei senesi, è Marco Bianciardi, presidente dell’associazione cittadina albergatori: «Il Palio non c’entra niente con la corrida, non è fatto per fare del male agli animali, anzi il cavallo qui è curato più di un cristiano». Siena, senza la sfida tra contrade, a suo avviso, non sarebbe più la stessa: «Intendiamoci, non è che noi con quelle due o tre notti all’anno di tutto esaurito ci si risolva la stagione, ma senza Palio è il nome di Siena che ci rimette, per noi e per la città sarebbe un danno terribile».