Il Tribunale del riesame annulla gli arresti dei vertici Conad
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venerdì 11 marzo 2005
Importante decisione per l’inchiesta Cedi-Puglia. Soddisfazione delle Coop Il Tribunale del riesame annulla gli arresti dei vertici Conad
BARI Non esistono esigenze cautelari per l'amministratore delegato del Conad, Camillo De Berardinis, e il direttore del settore amministrazione, finanza e controllo del consorzio emiliano, Mauro Bosio. Lo ha stabilito il Tribunale del riesame di Bari che ieri ha annullato gli arresti domiciliari per i due dirigenti del consorzio di distribuzione, emessi il 10 febbraio scorso su richiesta della procura barese nell'ambito dell'inchiesta sul crac di oltre 100 milioni di euro del consorzio barese Cedi-Puglia. «In sostanza, il provvedimento afferma che i due dirigenti non dovevano nemmeno essere arrestati». Lo sottolinea l'ufficio stampa di Conad in una nota nella quale aggiunge: «È un ulteriore, importante passo nella direzione del chiarimento della vicenda relativa a Cedi Puglia». Soddisfatto il direttore generale Francesco Pugliese. «Una vicenda che nonostante le ripetute sottolineature spesso evidenziate da chi ha evidente interesse a minare la solidità e l'efficienza del nostro modello imprenditoriale, vede in Conad il principale danneggiato sia da un punto di vista aziendale, essendo il più rilevante creditore della società pugliese, sia della propria reputazione e immagine, che nell'ultimo mese ha subito un forte quanto immotivato attacco».
I giudici del riesame hanno anche revocato l’interdizione dell'attività d'impresa, che avrebbe impedito ai due manager di rientrare al lavoro e dunque non esiste più nessun provvedimento restrittivo nei loro confronti. Accusati di bancarotta preferenziale, De Berardinis e Bosio furono rimessi in libertà dal gip Chiara Civitano già nei giorni scorsi, ma furono sottoposti a provvedimento interdittivo dall'attività d'impresa per due mesi. Oltre ai due massimi dirigenti, furono arrestate altre cinque persone - il vertice della Cedi - con le accuse, contestate a vario titolo, di bancarotta fraudolenta, per distrazione e preferenziale.
De Berardinis e Bosio sono indagati anche per le loro qualità di presidente e vicepresidente del Cda della società Leasinvest spa (controllata da Conad Nazionale) che - secondo l'accusa - ebbe un ruolo nel crac di Cedi Puglia attraverso un'operazione finanziaria di 15,5 milioni di euro che avrebbe dissipato ulteriormente il patrimonio della società barese a vantaggio di Conad, che era prima fornitore e poi socio di Cedi Puglia.
Il consorzio è fallito il 3 maggio 2004: dava lavoro a circa 1.600 persone e aveva un fatturato annuo di mille miliardi di lire. Un colosso che nel giro di pochi mesi passò da una situazione di almeno apparente floridità patrimoniale ad un gravissimo dissesto e al tracollo finanziario, danneggiando creditori e lavoratori dell’azienda. Questi ultimi patirono le conseguenze più gravi, mentre, questo è il perno dell’accusa, i membri del Cda - al contempo debitori e creditori del consorzio, in quanto al controllo di alcuni supermercati clienti della Cedi - si sarebbero avvantaggiati del crack.
La presidenza di Legacoop, Lega Nazionale delle Cooperative, e la presidenza di Ancd, l’Associazione nazionale delle cooperative tra dettaglianti, esprimono la propria soddisfazione e confermano la stima e la fiducia a De Berardinis e a Bosio e formulano loro un affettuoso augurio per la ripresa delle attività.
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