15/7/2003 ore: 11:24
Industria con i motori spenti
Contenuti associati
martedì 15 luglio 2003 | |
Pagina 2 - Economia |
Pesante dato dell´Istat. D´Amato: "Siamo preoccupati, serve una manovra di rilancio". I sindacati parlano di recessione Industria con i motori spenti La produzione crolla del 7%, mai così in basso dal '96
RICCARDO DE GENNARO
Nel mese di maggio l´indice della produzione nazionale è sceso, dice l´Istat, del 7,0% rispetto al maggio 2002: una flessione così marcata non si registrava dall´agosto ´96. Se si tiene conto che maggio 2003 ha avuto 21 giorni lavorativi contro i 22 del maggio dell´anno scorso, la diminuzione della produzione scende tuttavia al 4,4%. Rispetto al mese di aprile è scesa dell´1,6 (dato destagionalizzato), mentre nei primi cinque mesi dell´anno la flessione è dell´1,7%. I settori più in crisi: pelli-calzature, tessile-abbigliamento, prodotti chimici, mezzi di trasporto. Non solo: le previsioni per i mesi a venire sono nere. Per il viceministro all´Economia, Mario Baldassarri, «serve una politica industriale, vera e incisiva, per rilanciare la competitività, cominciando da una politica energetica che garantisca sicurezza strategica e diversificazione delle fonti». Per Adolfo Urso, viceministro alle Attività produttive, ci vogliono «misure atte a restituire competività in un quadro diverso da quello di qualche anno fa». L´opposizione attacca: gli ex ministri dell´Ulivo, Pierluigi Bersani (Ds) ed Enrico Letta (Margherita), definiscono i dati della produzione «drammatici» e parlano di «crollo del sistema produttivo». «Siamo preoccupati. Sono dati che viviamo giorno per giorno nelle nostre aziende e che confermano la necessità assoluta di rilanciare sul serio l´economia», dice il presidente della Confindustria, Antonio D´Amato. «Ci sono dei capitoli chiave da realizzare, l´università, la ricerca, le infrastrutture, le pensioni, aldilà delle incertezze della maggioranza», precisa D´Amato. I primi tre punti rispecchiano le linee guida del documento firmato nelle settimane scorse dalla stessa Confindustria con Cgil, Cisl e Uil e fatto pervenire al governo. Nel frattempo, uno dei vice di D´Amato in Confindustria, Guidalberto Guidi, confida in una riduzione dei tassi: «Non provocherebbe di per sé la ripresa, ma l´aiuterebbe». I sindacati, come la Cgil, parlano esplicitamente di recessione. E fanno riferimento, anch´essi, al patto anti-declino firmato con Confindustria. «Occorrono soluzioni urgenti su ricerca, innovazione e patrimonio umano, fattori assai trascurati», dicono Giorgio Santini e Raffaele Bonanni, Cisl, secondo i quali la situazione è quasi al fallimento. Paolo Pirani, Uil, ricorda: «Dobbiamo constatare come, allo stato, vi sia una sordità da parte governo». Secondo Marigia Maulucci, Cgil, l´andamento negativo della produzione va collegato «ai provvedimenti per forme di lavoro instabili e precarie che certo non consolidano nessuna ripresa e crescita dei consumi». |