25/10/2007 ore: 11:11
L'Europa galleggia sul nero
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nero non cala. In Italia equivale al 17% del pil. Damiano: «Emersi 175 mila lavoratori» Il 17% dell'Italia coincide grosso modo con la stima del viceministro dell'economia Visco. Nel rapporto inviato l'altro ieri al parlamento ha scritto che l'economia sommersa ammonta a 18 punti del pil e che l'evasione fiscale di punti se ne mangia 7. Nel 2003 la Ue aveva predisposto una serie di misure per arginare il lavoro sommerso. Non hanno avuto effetto, ammette il commissario al lavoro Vladimir Spidla. Anzi, il ricorso a talune forme di lavoro nero sembra crescere, soprattutto nei subappalti e nel falso lavoro indipendente. Edilizia e servizi alle famiglie sono i settori a più alta incidenza di lavoro sommerso (in questo l'Italia e in linea con il resto della Ue). L'economia sommersa, afferma il commissario, «pregiudica il finanziamento dei sistemi di sicurezza sociale, falsa la concorrenza e può comportare dumping sociale». Il 6 dicembre a Bruxelles i ministri del lavoro e degli affari sociali della Ue vareranno un pacchetto di «nuovi rimedi». Nuovi fino a un certo punto, visto che quello più caldeggiato da Spidla è la riduzione degli oneri sociali e amministrativi sul lavoro. «Rimedio» già adottato in Italia, senza che il lavoro nero sia diminuito. Per restare in casa nostra, controlli e sanzioni incidono assai di più. In poco più di un anno l'azione di contrasto del sommerso lanciata dal governo Prodi ha fatto emergere 175 mila lavoratori in nero. L'ha detto ieri il ministro del lavoro Damiano, intervenendo alla presentazione del bilancio sociale dell'Inps. Il 55% dei lavoratori «emersi» ha meno di 30 anni e di questi la metà sono stranieri. |