L’Unità: Perché domani non saremo in edicola
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venerdì 14 dicembre 2007
Prima Pagina
Lo sciopero de “L’Unità”
Perché domani non saremo in edicola
Domani l’Unità non sarà in edicola. Mancano pochi giorni alla definizione del nuovo assetto proprietario del giornale fondato da Antonio Gramsci. Le giornaliste e i giornalisti del quotidiano tornano a chiedere con forza che si esperisca ogni tentativo per giungere a un’articolazione azionaria diversa da quella in via di definizione. La prospettiva che la Tosinvest del gruppo Angelucci, che edita Libero, assuma il controllo quasi assoluto della nostra testata non può non creare inquietudine e preoccupazione. Servono garanzie precise a difesa dell’autonomia e dell’indipendenza del nostro giornale. L’Unità va sempre più in mare aperto. Per questo, indipendentemente dagli assetti editoriali futuri, occorre definire strumenti a tutela della collocazione, della storia e del radicamento della testata nella realtà democratica e della sinistra italiana. Anche per questo chiediamo con forza l’istituzione di un Comitato dei garanti d’alto profilo e la definizione di una Carta dei valori e dei diritti che costituiscano la rotta del percorso futuro di questa testata. L’identità di un giornale storicamente radicato come l’Unità non è una merce qualsiasi, ma un nodo sensibile della vita democratica del Paese.
L’Unità è un giornale vivo, capace di contribuire in modo importante al dibattito culturale e politico del nostro Paese. Le attestazioni di solidarietà che riceviamo in queste ore stanno lì a dimostrarlo. Siamo consapevoli della necessità di nuovi investimenti e di nuove iniziative che consentano a l’Unità uno sviluppo coerente con il posto che occupa nella storia e nella vita democratica italiana. Ma tutto ciò non può significare che le logiche del mercato - senza opportune garanzie - snaturino il ruolo e l’identità di questo giornale.
Il Cdr de l’Unità
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