La Costa Smeralda al raddoppio

Martedí 25 Marzo 2003
TURISMO |
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La Costa Smeralda al raddoppio
A Colony Capital (Usa) il 51% di 2.300 ettari non edificabili ma su cui l'acquirente punta per ampliare il polo delle vacanze di lusso
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Starwood mantiene il 49% mentre cede alberghi, golf e marina di Porto Cervo per 290 milioni €
MILANO Ancora dollari sulla Costa Smeralda. La statunitense Starwood, proprietaria dell’impero che fu dell’Aga Khan attraverso la Ciga, ha infatti scisso la proprietà immobiliare dalla gestione, cedendo la prima a un altro gruppo finanziarioimmobiliare americano, Colony Capital, che fa capo a Tom Barrack. Dopo oltre un anno di trattative escono dunque definitivamente di scena le varie cordate italiane, che pure in alcuni momenti erano sembrate sul punto di chiudere la trattativa. Si ritaglia invece un suo ruolo il Mediocredito Centrale (gruppo Capitalia) che non solo ha strutturato il pacchetto finanziario a cui parteciperà, ma che si è guadagnato un posto in prima fila investendo direttamente — sia come Mcc sia come Mcc-Sofipa Srg — per un impegno complessivo superiore ai 20 milioni di euro. In totale, Colony Capital pagherà alla Starwood 290 milioni di euro per l’acquisto di un pacchetto composito. Innanzitutto ci sono gli alberghi, noti al jet set internazionale: si tratta del Cala di Volpe, Romazzino, Pitrizza, oltre al Cervo Hotel & Conference Center. In totale 382 camere. I clienti non si accorgeranno di nulla: Starwood manterrà la gestione. Passano di mano anche la marina di Porto Cervo, con annesso cantiere, e il famoso campo di golf del Pevero, oltre a uffici e magazzini. Infine, anche se per certi versi è proprio il punto focale dell’operazione, Colony Capital acquista "solo" il 51% dei 2.300 ettari di terreno non edificabile su cui da ormai vent’anni — quindi dai tempi dell’Aga Khan — insiste un megaprogetto per un ulteriore forte sviluppo immobiliare della Costa Smeralda. Il progetto non ha mai superato i veti dei politici locali e le barricate degli ambientalisti, ma Barrack nei mesi scorsi non ha fatto mistero di voler giocare tutte le sue carte sul "raddoppio" della Costa Smeralda. Un’operazione che avrebbe voluto condurre da solo, senza soci ingombranti, ma che — visto l’esito della trattativa — alla fine dovrà affontare assieme alla Starwood. È evidente che la trasformazione in terreni edificabili di quelli che oggi sono cespugli di macchia mediterranea aumenterebbe il valore della proprietà in modo esponenziale. «Siamo onorati di poter continuare a seguire la visione e la strada indicata dal fondatore della Costa Smeralda, il principe Aga Khan — ha affermato Tom Barrack — L’auspicio è di essere il mezzo tramite il quale i sogni e i desideri degli abitanti della Sardegna diverranno realtà». «Il nostro continuato interesse materiale nella proprietà dei terreni non edificati, in combinazione con il fatto che continueremo a gestire i quattro alberghi — ha detto inve ce Barry S. Sternlicht, presidente e amministratore delegato della Starwood —significa che non lasceremo la Costa; al contrario insieme a Colony continueremo a valorizzare questo straordinario gruppo di alberghi e i terreni». Ma in realtà l’ipotesi che questa inedita alleanza tutta americana riesca a farsi largo con successo nei meandri della politica sarda, sottoposta per giunta a una strutturale instabilità, resta tutta da verificare. È certo invece che Starwood ha messo a segno il secondo "colpo" in Italia in pochi giorni, incassando un totale di 565 milioni di euro. Il 4 marzo infatti il gruppo ha ceduto il Principe di Savoia di Milano (compresa la gestione) alla finanziaria del Sultanato del Brunei per 275 milioni di euro. Wall Street comunque non ha apprezzato e, a causa delle ripercussioni sul turismo della guerra in Iraq, ha affondato il titolo (-11%). MARTINO CAVALLI
Hotel a 5 stelle 382 LE CAMERE - Sono le camere d’albergo a cinque stelle che passano alla Colony Capital, anche se Starwood manterrà la gestione. 290 I MILIONI DI EURO - È la cifra che verrà pagata dal gruppo finanziario-immobiliare per gli hotel Cala di Volpe, Romazzino, Petrizza e Cervo Hotel, oltre al golf del Pevero, alla marina di Porto Cervo (sede dello Yacht Club) con gli annessi cantieri, e una serie di uffici e magazzini. 2.300 GLI ETTARI - È l’estensione delle aree della Costa Smeralda che non sono ancora edificabili e sui già l’Aga Khan aveva progettato di costruire. 20 IL RUOLO DI MCC - Con 20 milioni di euro, oltre al ruolo nel finanziamento di Colony Capital, il Mediocredito Centrale (gruppo Capitalia) partecipa direttamente all’operazione
La Costa Smeralda Il business del turismo
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Che cosa acquista Colony Capital -Gli immobili (non la gestione, che resta con un contratto di lungo termine alla Starwood con il marchio Luxury Collection) di quattro alberghi: Hotel Cala di Volpe, Hotel Pitrizza, Hotel Romazzino e Cervo Hotel Conference Center. -Porto Cervo Marina (il porto turistico sede dello Yacht Club Costa Smeralda) e il cantiere, il Pevero Golf Club, uno dei campi da golf più conosciuti d'Italia e del mondo. -Il 51% della proprietà dei terreni non edificabili, pari a circa 2.300 ettari, che rappresentano la grande scommessa dell'operazione. Si tratta dell'area su cui già l'Aga Khan aveva progettato una grande iniziativa di sviluppo immobiliare, nota con il nome di master plan, che si è poi arenata di fronte alle difficoltà di ottenere le concessioni edilizie dagli enti locali interessati. L'operazione finanziaria Colony Capital, società statunitense attiva principalmente nel mercato immobiliare, pagherà alla Starwood 290 milioni di euro più ulteriori interessi. Il Mediocredito Centrale (gruppo Capitalia) partecipa all'operazione con un finanziamento ma anche direttamente, per oltre 20 milioni di euro).
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