10/9/2007 ore: 10:47
La scossa di Grillo investe i partiti
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Pagina 6 - Interni ROMA - Di Pietro è «orgoglioso», Bossi considera l´iniziativa «un´esagerazione», Pecoraro Scanio parla di «successo senza precedenti», Fini invece pensa che le «spara grosse». Lui, Beppe Grillo, invece festeggia: «Abbiamo messo su un dei più grossi casini della storia quasi per scherzo». Il giorno dopo lo show di Bologna contro il mondo politico il comico gongola e si compiace del successo. Il Palazzo invece si divide fra chi fa spallucce e chi cerca di capire, fra chi cavalca il fenomeno e chi, come il prodiano Monaco, lo considera un «campanello d´allarme». Con il centrosinistra un po´ più attento e interessato e il centrodestra più scettico. Di Pietro, così, si dice «orgoglioso della riuscita di questa operazione» alla quale ha aderito e parla di un «disegno di legge che mette con le spalle al muro il Parlamento». Anche secondo Pecoraro Scanio l´iniziativa è «stata un grande successo». Il ministro dell´Ambiente promette anche «una procedura d´urgenza per l´iter parlamentare delle proposte di legge promosse da Grillo ed anche per quella sull´acqua come bene pubblico, promossa da Alex Zanotelli». Attenzione arriva anche dai Ds. Pierluigi Bersani, per esempio, dice: «Certo bisognerà rifletterci, c´era tanta gente. Suggerirei, però, che quando c´è la febbre non sempre si può pensare o dire che c´è il termometro rotto». E Luciano Violante aggiunge che «in quell´atteggiamento ci sono tante componenti e, oltre all´insoddisfazione per la politica, anche cose giuste». A destra Fini non mostra sorpresa più di tanto. Dice che «Grillo dà voce a una indignazione che c´è nel paese nei confronti della partitocrazia, della politica e delle istituzioni». Ma è convinto che «il rigetto è alimentato dal rifiuto al governo percepito come restauratore». E nel merito Fini pensa che Grillo «la spara grossa» sul limite dei due mandati e sulle presenze in Parlamento di inquisiti e condannati. Una cosa è un abuso edilizio, una cosa è la mafia, dice il leader di An. E con i due mandati - conclude Fini - Togliatti, Moro e Almirante sarebbero rimasti fuori dal Parlamento. Critiche condivise da Fabio Mussi. E da Umberto Bossi. Il leader leghista dice: «E´ un´esagerazione. Io sono stato condannato ma cosa vuol dire?». E aggiunge un po´ a sorpresa: «Occorre stare attenti a non esagerare, altrimenti viene avanti l´antipolitica». Infine giudizio ironico di Giulio Tremonti da Cernobbio: «C´è Grillo che è popolare e da queste parti ci sono tanti Grillo ben vestiti che fanno lezione. Io non condivido né l´uno né l´altro, ma mi è più simpatico Grillo». Molto più duro invece l´attacco di Pier Ferdinando Casini che attacca frontalmente il comico: «Mi vergogno profondamente di una piazza che applaude o comunque fa festa per la morte di Marco Biagi» dice il leader dell´Udc. Casini è convinto che la manifestazione organizzata dal comico genovese è «la più grande delle mistificazioni» perché Biagi «andrebbe santificato». L´attacco di Casini si basa sull´episodio che sabato hanno indotto l´assessore comunale bolognese Libero Mancuso ad abbandonare la piazza. «Il nome e la memoria del professor Marco Biagi sono divenuti oggetto di un´aggressione di cui la città di Bologna non avvertiva alcuna necessità», aveva detto Mancuso. L´assessore si riferiva ad un video-messaggio di dura critica della legge Biagi mandato in onda durante la manifestazione. Ieri Mancuso ha precisato che il suo gesto è stato provocato da una frase che definiva la legge Biagi «una peste bubbonica». Qualcosa, ha chiarito l´assessore bolognese, che ho «inteso come una pesante offesa alla memoria e alla professionalità del giuslavorista ucciso dalle Br». Mancuso, comunque, ha detto di avere chiarito tutto con Grillo. |