Lavori di sabato? L´azienda ti paga la baby sitter

(Del 1/8/2002 Sezione: Cronache italiane Pag. 14)
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BIELLA, L´INIZIATIVA DEL LANIFICIO CERRUTI |
Lavori di sabato? L´azienda ti paga la baby sitter |
Primo accordo in Italia, previsti anche contributi per l´assistenza agli anziani |
BIELLA Nel dicembre 2000 il Biellese aveva fatto scuola con un contratto aziendale che consentiva ai dipendenti di fede islamica di osservare una pausa per la preghiera durante i turni di lavoro. Oggi il distretto tessile torna in cattedra per un nuovo progetto siglato fra la direzione del Lanificio Fratelli Cerruti e le Rsu che fra l´altro prevede contributi per le spese di babysitteraggio e di assistenza agli anziani. E´ un accordo che coglie nuovamente le esigenze dei lavoratori assecondando i tempi che cambiano ed affronta concretamente il problema di quei ritmi che nel tessile si differenziano dagli orari osservati negli altri comparti. In altre parole turni prolungati sull´arco dei sei giorni settimanali ai quali gli stabilimenti, per esigenze di carattere produttivo, ricorrono spesso garantendosi una maggiore flessibilità nell´utilizzo degli impianti. Questa la novità. La «partita» si gioca nell´ambito della legge 53, che assegna finanziamenti in favore delle aziende che prevedono congedi parentali e - appunto - flessibilità degli orari. Così alla Cerruti i dipendenti che hanno figli o persone anziane a loro carico, potranno avere da oggi particolari agevolazioni. «Le esigenze produttive inducono sempre di più ad una flessibilità nell'utilizzo degli impianti - spiegano dall´azienda -, ed i dipendenti, per esigenze di organizzazione famigliare, si trovano a volte in difficoltà nel rispondere alle richieste, un fatto dovuto anche alle strutture territoriali spesso inadeguate ad affrontare la situazione». E´ stato così stabilito che per entrambi i genitori con bambini fino a 6 anni e per chi deve prendersi cura dei parenti anziani fino al secondo grado, una parte delle ore di recupero della flessibilità venga fatta confluire nella `´banca delle ore´´ del lavoratore. Per gli stessi genitori, impegnati nella giornata di sabato e in riposo «a scorrimento» durante la settimana, è inoltre previsto il rimborso parziale delle spese sostenute per l'assistenza dei figli a fronte dell'esibizione di fattura. Verrà corrisposto il 50% qualora entrambi i genitori siano dipendenti dello stesso stabilimento ed impegnati nel medesimo turno di lavoro, e il 25% se solo uno dei due è dipendente della stessa azienda mentre il coniuge è al contempo impegnato in altra attività aziendale lo stesso giorno. Il progetto avrà la durata di un anno, verrà monitorato ogni 6 mesi e rinnovato, salvo disdetta da ambo le parti, se avrà avuto successo. «Questa è una formula che tutela l´organizzazione familiare e di vita dei singoli lavoratori e contemporaneamente, attraverso la `´banca ore´´, amplia di fatto le norme del contratto nazionale - spiega Marvi Massazza Gal del direttivo nazionale Filtea-Cgil -. In Italia ci sono state delle aziende che hanno utilizzato i congedi ma mai nessuna è arrivata a concepire una formula simile. Viene così dimostrato in modo concreto che la politica della qualità, dello sviluppo e della competitività è coniugabile con le esigenze dei lavoratori». Il Lanificio Fratelli Cerruti, ha alle spalle 121 anni di attività. Si tratta di una delle più prestigiose aziende del distretto, dalle dimensioni fra l´altro ragguardevoli se rapportata al «sistema biellese» fatto di piccole realtà produttive: nei reparti sulle sponde del torrente Cervo, sono occupati 454 addetti. Lo scorso anno, l´imprenditore e stilista Nino Cerruti, che gestisce assieme ai fratelli Attilio ed Alberto il gruppo tessile, aveva stretto alleanza con Finpart. La holding aveva acquisito inizialmente il 51% della società capogruppo del Sistema Moda Cerruti (un´operazione da 157 miliardi) ed in un secondo tempo anche il restante 49%. Dalla cessione era rimasto escluso lo stabilimento di via Cernaia a Biella. Il fatturato (60 milioni di euro nel 2001) è frutto al 65% dell´esportazione (orientato prevalentemente su Germania, Giappone, Corea e Cina) mentre il 35% proviene dal mercato interno. |
Paola Guabello |
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