5/11/2001 ore: 9:42

Le italiane rischiano di perdere la colf

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CRONACHE
Domenica 04 Novembre 2001
Le italiane rischiano di perdere la colf
Un medico: «Ho due gemelli, per un lavoro fisso trovo solo extracomunitari Ho votato Fini, ma sono pentita, non sanno distinguere tra persone oneste e mascalzoni»
Maria Corbi
ROMA Johanna ha 30 anni e viene dall’Ecuador, lavora in una famiglia a Napoli come colf . E’ arrivata con un visto per turismo ed è rimasta. Per lei e per i tanti clandestini come lei, tra poco in Italia saranno tempi ancora più bui. Il Ddl sull’immigrazione che porta le «stimmate» di Bossi sta per arrivare alla Camera e non contiene nessuna sanatoria per gli irregolari. Regole molto più severe per entrare e anche per l’espulsione (per chi viene trovato per la terza volta clandestino in Italia è previsto l’arresto). Il pugno di ferro della casa delle Libertà colpirà duramente tutte quelle famiglie che hanno in casa un aiuto domestico in nero. E sono molte, moltissime. Soprattutto nelle grandi città, come Roma, Milano, Napoli, Torino dove trovare persone con permesso di soggiorno è diventato difficilissimo. Perché fino ad oggi molti extracomunitari sono venuti in Italia solo per prendere quel benedetto foglio di carta e poi ripartire verso mete più ambite come Canada e Stati Uniti. Basta andare in un centro aiuto che fa capo a una parrocchia - una sorta di ufficio di collocamento - per accorgersi che chi cerca lavoro in casa non ha quasi mai il permesso di soggiorno. Centro «Welcome» ai Parioli quartiere bene della capitale: Aua, viene dal Ghana e fino all’altra settimana ha fatto la baby sitter a due bambini per 800 mila lire al mese. Dice: «Io voglio essere messa in regola ma non è possibile e allora lavoro senza contributi, senza tessera sanitaria e le signore che già non pagano i contributi mi danno pochi soldi perché dicono che con me rischiano». Il ragionamento «non sei in regola quindi vali meno» è molto diffuso. Già adesso chi non è in regola rischia, ma sono talmente tanti che per la polizia è impossibile controllare tutti. Avete mai visto una retata ai giardinetti tra tate e bambini con la paletta? Le signore con colf a casa comunque sono preoccupate. «Io ho dovuto prendere una ragazza clandestina perché non ho trovato altro», dice Tiziana un medico di 32 anni con due gemelli di 4 anni. «Ormai nessuno vuole venire più a lavorare fisso. Si trovano solo persone dell’est o africani. La nuova legge? E dire che ho votato Fini. Ma perché non distinguono tra chi lavora e i mascalzoni? Chi è qui e si comporta bene deve restare. Altrimenti facciano funzionare i servizi, gli asili nido. Che ne faccio dei miei figli se rimandano Azib a casa sua? Viene Bossi ad aiutarmi?». Elena invece ha scelto una persona senza permesso di soggiorno per risparmiare: «Prima avevo Mary, una somala bravissima, ma la pagavo un milione e 400mila lire più quasi duecentomila lire al mese di contributi senza contare tredicesima, liquidazione e ferie pagate. Non ce la facevo e ho assunto Romina che è dell’Ucraina e clandestina, e risparmio. Non potevo fare altro». Insomma l’allarme«Colf » è scattato ma sono in molti a pensare che nonostante tutto, nonostante i proclami di Bossi sulla blindatura del Ddl, le cose non cambieranno poi molto. Tutto sta a vedere i controlli. Finora sono stati chiusi molti occhi. Racconta Alessandra, 32 anni pubblicitaria: «Io sono andata in giro per tutta Italia portandomi dietro la tata dei bambini, una peruviana, ovviamente non in regola. La polizia mi ha fermato più di una volta in autostrada e non mi ha mai chiesto i documenti della ragazza. In albergo bastava che compilassi un foglio con il suo nome. Mai avuto problemi». Una speranza è nella resistenza all’interno della Casa delle Libertà da parte del ccd-cdu favorevole a norme più «morbide». Si discute ancora su tre punti: regolarizzazione dei clandestini o degli irregolari che comunque svolgono attività lavorativa (e possono provarlo), i ricongiungimenti familiari, la figura dello sponsor. Il ministro per i rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi ha spiegato che l'unanimità del governo sul testo Fini-Bossi, c'è stata anche «sulla scelta di rimettere alla sede parlamentare la possibilità di aggiungere norme come quelle che potranno consentire a decine di migliaia di famiglie italiane di regolarizzare i rapporti con il lavoratore o la lavoratrice extracomunitari, impegnati come collaboratori familiari o nell'assistenza agli anziani».

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