Le pensioni preparano la partita europea

Sabato 24 Maggio 2003
ITALIA-POLITICA |
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Le pensioni preparano la partita europea
 Welfare - Il Governo ai rappresentanti della Commissione: la previdenza fra gli obiettivi strategici della presidenza Berlusconi
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ROMA - Le pensioni faranno parte dell'agenda del semestre di presidenza italiana della Ue anche se non figurano ancora nei dossier preparatori. Dopo i ripetuti riferimenti di Silvio Berlusconi alla "Maastricht previdenziale", è stata la Farnesina a ribadirlo ufficialmente a Stefano Manservisi, capo di gabinetto del presidente della Commisione Ue, Romano Prodi. Manservisi ha affermato che l'iniziativa del Governo italiano è condivisa dalla Commissione Ue, anche se ha prospettato tempi non brevi per una soluzione complessiva che potrebbe anche protrarsi fino al Consiglio europeo della prossima primavera. Anche Theodorus J. Bouwman, presidente della commissione Lavoro del Parlamento europeo, incontrando il ministro Roberto Maroni ha confermato che quello delle pensioni è un nodo europeo da sciogliere, pur ammettendo che non sarà facile. E sulla questione proprio Maroni ha lanciato una sua proposta: dare vita non a una "Maastricht previdenziale" ma a una «Lisbona delle pensioni». In altre parole, il ministro del Welfare si dichiara favorevole ad affrontare la questione pensioni in sede Ue ma senza fissare parametri vincolanti per gli Stati membri. Parametri, magari minimi, che sarebbero invece il punto cardine della "soluzione-Maastricht". Non a caso Maroni ha sottolineato che con la soluzione-Lisbona verrebbe elaborata, come è già accaduto per le politiche del lavoro e l'occupazione, una strategia comune in sede Ue finalizzata a indicare degli obiettivi, ma non vincoli, da perseguire in materia previdenziale lasciando agli Stati membri mano libera sulle misure da adottare. Intanto il sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas, pur sottolineando che il problema pensioni esiste, afferma di non credere che ci sia l'urgenza di affrontare la questione nella prossima Finanziaria, «perché in fondo i prossimi anni non sono preoccupanti». La tabella di marcia europea. Alla fine dell'incontro con i responsabili della Farnesina il capo di gabinetto di Prodi ha detto che se il tentativo di dar vita a una Maastricht delle pensioni è fallito lo scorso anno a Barcellona perché «le condizioni non erano mature», oggi il Governo italiano è fortemente determinato «a porre l'accento su un problema che riguarda tutti, nell'interesse dell'Europa». Anche se Manservisi ha detto che decisioni operative non potranno essere prese a breve scadenza: l'Italia è al lavoro perché venga avviata una «discussione già in autunno», ma «per portare un contributo alla riflessione» e «non per arrivare a qualcosa di conclusivo, come fissare parametri Ue in tema di previdenza». L'iter europeo, dunque, non si prospetta rapido. Il dossier pensioni è sul tavolo e - ha detto Manservisi - «ci si tornerà anche sotto la presidenza irlandese», quindi nel 2004. La proposta Maroni. Il ministro del Welfare continua a essere scettico sull'ipotesi di una Maastricht previdenziale. E lancia la proposta di una "Lisbona delle pensioni": «La Commissione europea e il Parlamento europeo dovrebbero riflettere e valutare se non sia utile fare quello che con successo si sta facendo sul fronte delle politiche dell'occupazione: avviare un processo che porti a una Lisbona delle pensioni, concordando una strategia comune con degli obiettivi cui tendere». Maroni aggiunge: si tratta di una proposta che non può formulare in sede Ue un ministro del Welfare, «ma che forse avanzerà il presidente del consiglio Berlusconi». Proposta che piace a Bouwman e anche alla Cisl, che resta contraria all'ipotesi-Maastricht. Critiche dalla Cgil: la proposta di Maroni «rappresenta il solito gioco delle parti». Marzano: sì alla Maastricht. Per il ministro Antonio Marzano il problema delle pensioni «è europeo perché l'Europa invecchia e tra un po' ci troveremo in un continente di anziani. Ecco perché il presidente Berlusconi ritiene che quello sia il livello in cui si deve trattare». E Marzano aggiunge: la Maastricht del Welfare va intesa solo come indirizzo complessivo. MARCO ROGARI
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