1/2/2001 ore: 10:26

Le vedove dei vigilantes uccisi: a noi solo 100 milioni

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Corriere della Sera

Giovedì 1 Febbraio 2001


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LOMBARDIA     

Due anni fa l’agguato davanti all’Esselunga di Induno Olona. Le famiglie hanno fatto causa

Le vedove dei vigilantes uccisi: a noi solo 100 milioni

      VARESE - Cento milioni: è la cifra che vale la vita delle due guardie giurate assassinate esattamente due anni fa davanti al supermercato Esselunga di Induno Olona. Cento milioni è l’indennizzo che è stato previsto per ciascuna delle due vedove dall’assicurazione dell’agenzia per la quale lavoravano Mario Simonetta e Giuseppe Coriglione, i due vigilantes uccisi da feroci rapinatori tuttora ignoti. Quella somma è stata giudicata insufficiente dalle famiglie delle due vittime che hanno avviato anche una causa civile perché venga riconosciuto un indennizzo più dignitoso per la loro morte. La prima udienza è fissata al tribunale di Varese alla fine di aprile; vani sono stati finora i tentativi dei colleghi, oltre che dei familiari di Coriglione e Simonetta, di ottenere giustizia e condizioni di lavoro più sicure. La tragedia di Induno, infatti, ha innescato anche una complessa vertenza sindacale, tuttora in corso, sulle condizioni di lavoro delle guardie giurate. I cento milioni - una somma ritenuta dai familiari lontana anche dall’indennizzo minimo riconosciuto in qualsiasi incidente stradale - sono stabiliti dagli accordi di lavoro degli istituti di vigilanza; non ci sarebbe, dunque, appiglio legale per vedersi riconosciuto un risarcimento maggiore. La causa avviata a Varese, tuttavia, mira a dimostrare che nel caso di Coriglione e Simonetta non vennero rispettate alcune basilari norme di prevenzione: le due guardie, ad esempio, non avevano a disposizione giubbotti antiproiettile. Era stata presentata una denuncia anche a carico dei dirigenti dell’Esselunga, che i giudici hanno però già archiviato. I malviventi la sera del 30 gennaio del ’99 non si scomodarono nemmeno ad affrontare le guardie: spararono con un mitragliatore dal tetto di un edificio vicino, falciando Coriglione e Simonetta. E solo in seguito si avvicinarono per sottrarre il denaro (240 milioni). Ora, dopo oltre due anni, la delicata questione della sicurezza approderà finalmente davanti a un magistrato.
      Ancor più lontana da qualunque conclusione, invece, è l’indagine penale: gli assassini, dirigendosi verso il Ticino e la provincia di Novara disseminarono di tracce la loro via di fuga; una di queste aveva fatto sperare in un esito rapido dell’indagine: una scatola di cartucce gettata via dai banditi risultò acquistata in un’armeria di Sion, in Svizzera. Ma l’indizio non diede alcun frutto.
Claudio Del Frate


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