9/9/2004 ore: 12:43

Legnago: Fallisce l’accordo alla Gvc

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Giovedì 9 Settembre 2004

LEGNAGO. I sindacati non hanno raggiunto un’intesa con il liquidatore sulla mobilità dei 29 dipendenti
Fallisce l’accordo alla Gvc
L’azienda ha avviato alcune trattative per evitare il fallimento

Legnago. Si è chiuso con un mancato accordo sulla procedura di mobilità l’incontro svoltosi ieri mattina negli uffici della concessionaria multimarche Gvc tra le organizzazioni sindacali e Vittorino Grigolini, proprietario e liquidatore della società. Un confronto circondato da molte aspettative dopo che, lo scorso 11 agosto, l’azienda di via Mantova aveva ravvisato la «necessità inderogabile ed urgente di procedere alla risoluzione del rapporto di lavoro per tutti i 29 dipendenti». Dando così avvio alla procedura di mobilità per il licenziamento collettivo del personale. Di fronte a questa grave situazione ben si capisce allora il clima di tensione e la grande preoccupazione che ieri aleggiava nei saloni della rivendita tra i magazzinieri, gli impiegati e i meccanici che da due mesi non ricevono lo stipendio. Tutti in attesa di conoscere cosa riserverà loro il destino nelle prossime settimane, anche perchè si trovano attualmente in mobilità non retribuita e percepiscono solo l’indennità di disoccupazione pari al 40 per cento della paga. Ma per il momento non c’è ancora nulla di concreto. Anche se dal faccia faccia tra Grigolini, il consulente della Gvc Riccardo Pesenato e i sindacalisti Maurizio Zanzoni della Filcams Cgil e Giampaolo Veghini della Fisascat Cisl, è emerso uno spiraglio di soluzione. «Nel giro di dieci giorni - hanno riferito i rappresentanti sindacali al termine dell’incontro - l’azienda ci comunicherà l’esito delle trattative che ha avviato nei giorni scorsi per la cessione dell’azienda ad altri imprenditori del settore attraverso un accordo in cui farà da garante la concessionaria veronese Autogerma. Se questo tentativo andrà a buon fine, come ci auguriamo, non solo sarà possibile evitare il fallimento ma ne trarranno beneficio anche i dipendenti. Chi rileverà la Gvc potrà infatti assumere una parte dei 29 lavoratori ed assicurare una liquidità che consentirà di pagare gli stipendi arretrati di luglio ed agosto e i trattamenti di fine rapporto». Nel frattempo, l’azienda cercherà di recuperare i crediti presenti per garantire almeno il pagamento di una mensilità. Venerdì mattina, invece, si incontreranno i liquidatori e i sindaci della società per fare il punto sullo stato patrimoniale e sulla situazione economica della ditta, che da alcuni mesi non era più concessionaria Audi e Wolkswagen. Tutto è perciò in alto mare e non si conosce ancora l’entità del «buco» che ha messo alle corde una delle concessionarie più conosciute ed apprezzate nella Bassa e nelle province limitrofe. Tuttavia il panorama non appare proprio roseo non solo stando ai 280 mila euro che spettano ai dipendenti tra stipendi e Tfr. Ma anche sulla scorta delle dichiarazioni rese dalla proprietà, costretta a mettere in liquidazione la società «a causa del perdurare negli anni del disequilibrio tra costi e ricavi che ha eroso l’intero capitale sociale». E tutto questo per una serie di fattori in cui si sovrappongono «gli elevati costi di funzionamento, organici sovradimensionati, la pesante congiuntura del settore auto e i notevoli investimenti sostenuti per organizzare la struttura di vendita e di assistenza». Il colpo di grazia è arrivato poi nei mesi scorsi a fronte «della perdita dei marchi Volkswagen, Audi e del relativo service». L’impegno dei sindacati di categoria è rivolto ora a tutelare, nella forma migliore, il personale che già a luglio aveva avuto il sentore che gli affari non andassero bene sebbene non avrebbe mai immaginato di dover fare i conti, al ritorno delle ferie, con questo epilogo amaro. «Abbiamo deciso di scrivere il mancato accordo - hanno sottolineato Zanzoni della Cgil e Veghini della Cisl - in quanto l’azienda, pur impegnandosi ad arrivare ad una cessione, non ci ha fornito alcuna garanzia nè per il recupero degli stipendi arretrati nè sulle prospettive occupazionali dei 29 dipendenti.
Fallito il confronto in azienda ora rinviamo l’iter per la procedura di mobilità al settore lavoro della Provincia che nei prossimi 30 giorni ci convocherà assieme al liquidatore. Speriamo che intanto si creino le condizioni per arrivare ad un’intesa che tranquillizzi i lavoratori e le loro famiglie».


Stefano Nicoli

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