Liguria, piccoli hotel a rischio
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Giovedì 4 Gennaio 2001 turismo Alti costi di gestione e ritardi nelle ristrutturazioni: in dieci anni gli esercizi sono calati da 2.300 a meno di 1.900. Liguria, piccoli hotel a rischio. Gli albergatori: «Troppe licenze per i residence, molti affitti in scadenza non saranno rinnovati» GENOVA Battenti chiusi e insegne spente in aumento per gli alberghi della Liguria. I dati statistici di un decennio delineano i contorni di un drastico ridimensionamento delle strutture ricettive fra Ventimiglia e Sarzana. A fine ’99, il totale degli alberghi superava di poco quota 1.800, oltre 400 in meno rispetto ai 2.270 esercizi censiti all’inizio degli anni Novanta. Una situazione da allarme rosso per una regione ad antica vocazione turistica.
«A gettare la spugna — spiega Americo Pilati, presidente degli albergatori liguri — sono stati soprattutto i titolari dei piccoli esercizi, travolti da costi di gestione sempre più alti e dall’andamento decrescente dei flussi turistici. Certo, qualcuno dovrebbe anche recitare il mea culpa: in alcuni casi, c’è stata poca attenzione alle esigenze di riqualificazione delle strutture».
Scarsa lungimiranza sul fronte degli operatori, ma nessuna sponda per chi è disposto a puntare sull’innovazione dell’offerta. Una testimonianza al riguardo viene da Massimo Parodi, presidente degli albergatori di Savona. «La scommessa sulla riqualificazione — spiega — l’abbiamo tentata un paio di anni fa quando la nostra associazione ha convogliato progetti per novanta miliardi su un patto territoriale che attende ancora di decollare». Ed è proprio dal comprensorio savonese, dove si concentra quasi la metà degli alberghi liguri, che si intravedono nubi minacciose all’orizzonte. «Nei prossimi due anni — spiega Parodi — scade il 90% dei contratti di locazione dei gestori di alberghi, una realtà che rappresenta circa i due terzi dell’offerta complessiva del settore. Dal momento che una struttura è più redditizia se adibita ad usi diversi da quello alberghiero, è facile presumere che molte delle locazioni in scadenza non saranno più rinnovate. Ma nessuno sembra preoccuparsene più di tanto».
Una nuova ondata di chiusure in arrivo, quindi, per lasciare il posto a residence e miniappartamenti. Il presidente degli albergatori liguri punta l’indice sulle amministrazioni comunali. «Molti Comuni — accusa Pilati — hanno approvato piani regolatori permissivi, aperti agli spifferi della speculazione edilizia. Si parte con le autorizzazioni a costruire un residence per finire poi al più classico condominio di seconde case». Ma, secondo gli operatori, il vero problema di fondo per rilanciare l’offerta alberghiera della Liguria resta quello di avviare un’adeguata strategia di incentivazione alla riqualificazione del patrimonio ricettivo esistente. «A partire — sostiene Pilati — dalla dotazione finanziaria della legge regionale 19 del 2000, una buona legge che va incontro alle aspettative di chi intende ristrutturare o apportare migliorie agli esercizi. Solo che i tre miliardi stanziati hanno consentito di far fronte a non più di una cinquantina delle oltre duecento domande di finanziamento presentate. Chiediamo che, per l’anno in corso, i fondi siano almeno raddoppiati». Di diverso avviso è il presidente degli albergatori savonesi. «La legge 19 — dice Parodi — è da mandare in soffitta perché, a conti fatti, finisce per distribuire solo briciole. La Regione dovrebbe creare piuttosto un fondo di rotazione, dotato di un congruo finanziamento, cui possano accedere soltanto coloro che presentano progetti concreti e credibili e i gestori che intendano acquistare l’immobile».
Domenico Ravenna
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