14/1/2003 ore: 12:31

Lsu e incentivi rilanciano le assunzioni

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ITALIA-LAVORO
Martedí 14 Gennaio 2003
Lsu e incentivi rilanciano le assunzioni

Nelle province campane stabilizzati 8mila lavoratori - La maggior vitalità nelle micro-aziende

VERA VIOLA

NAPOLI - Piccola o media, già presente in Campania, oppure neonata, che esporta, anche se da pochi anni. Questo è l'identikit delle imprese che nell'ultimo anno hanno fatto il maggior numero di assunzioni. A queste soprattutto va il merito di aver trainato la Campania al primo posto in Italia per l'incremento occupazionale (registrato dall'Istat tra ottobre 2001 e lo stesso mese del 2002). Nell'anno indicato l'Istat ha calcolato un incremento di 60mila unità di cui 19mila nell'industria e 43mila nei servizi. Anche se gli squilibri del mercato del lavoro rimangono molto forti: la disoccupazione, passata dal 22,6% al 20,4 per cento. Cosa abbia spinto le piccole imprese regionali ad ampliare gli organici non è difficile da scoprire. È opinione comune che nei primi mesi del periodo considerato abbiano prodotto un forte impatto gli incentivi nazionali per l'occupazione, come il credito d'imposta. Ma si ritiene che una forte spinta sia stata data anche dalle politiche regionali di sostegno all'industria, che hanno favorito la nascita di nuove imprese, ampliamenti e innovazione (misura 6.3 del Por). Gli imprenditori giudicano con soddisfazione l'andamento dell'occupazione, ma non si concedono troppo entusiasmo. Tommaso Iavarone, presidente della Confindustria Campania commenta: «I dati sulla crescita occupazionale testimoniano la vitalità del tessuto economico». Ma poi aggiunge: «Ho la sensazione che nel periodo successivo allo scorso ottobre la congiuntura occupazionale nella regione sia andata peggiorando, per effetto delle incertezze legate al credito di imposta e alle conseguenti decisioni di molti imprenditori di sospendere o annullare programmi di investimento». Cauto anche Dario Scalella, presidente di Confapi Campania: «La flessibilità e il bonus occupazione previsto dalla Finanziaria 2001 sono i fattori che hanno determinato maggiore occupazione. Ma l'esplosione dei contratti cambia nel 2002 da un trimestre all'altro: in mezzo c'è lo scivolone sul credito d'imposta per investimenti e per assunzioni, ora regolamentati in maniera meno conveniente». Ma vediamo al dettaglio. Una fetta consistente di assunzioni fatte nel periodo da ottobre 2001 a ottobre 2002 riguarda la stabilizzazione di circa 8mila lavoratori socialmente utili (dati di Italia Lavoro Campania). Di questi l'80% è stato assunto da imprese della provincia di Napoli e una parte significativa è impegnata in società di servizi collegate alla pubblica amministrazione. Un altro consistente gruppo di occupati ha trovato collocazione in nuove imprese. La Campania continua a registrare un tasso di natalità positivo di ditte individuali e società di capitali: nel terzo trimestre 2002 Infocamere registra un saldo positivo di 2.185 imprese. Una spinta molto forte, soprattutto nell'industria, è venuta dalla firma di sei contratti di programma finanziati da Regione Campania e ministero delle Attività produttive. Si tratta di investimenti in corso per 529 milioni di euro che creeranno a regime 3.152 posti di lavoro, parte dei quali si ritiene siano già attivi. Anche gli aiuti della legge 215 (90 milioni di euro del ministero delle Attività produttive e della Regione Campania) destinati a 1.078 imprese femminili, hanno attivato l'assunzione di circa 5mila lavoratori. «La crescita - commenta l'assessore al Lavoro della Regione, Adriana Buffardi - viene da più spinte concorrenti. Anche il progressivo miglioramento della formazione comincia a dare qualche risultato». Ma insomma, sono gli incentivi finanziari la principale leva per far crescere il lavoro? «No assolutamente - dice categorico l'assessore alle Attività produttive della Regione e imprenditore, Gianfranco Alois -. Abbiamo un programma di politica industriale che stiamo attuando. L'insieme dei provvedimenti adottati ha generato un clima di fiducia tra gli imprenditori. Questo spinge a fare investimenti anche in assenza di incentivi. Infine, abbiamo puntato molto sullo sviluppo delle piccole e medie imprese. E sono queste che stanno dando i risultati migliori».

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