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Marcegaglia cresce nei villaggi turistici

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Mercoledì 31 Gennaio 2001
italia - economia
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Pugnochiuso (Gargano) si aggiunge ad Albarella.
Marcegaglia cresce nei villaggi turistici

MILANO Il gruppo Marcegaglia, ad oltre dieci anni dall’acquisto di Albarella, torna ad occuparsi di turismo, e lo fa acquistando il complesso di Pugnochiuso dalla Snam (Eni). Questa volta però l’operazione effettuata nel Gargano, preannunciata dal Sole-24 Ore del 14 dicembre scorso, è destinata ad essere accompagnata da ulteriori novità nel medio periodo.

«Restiamo saldamente ancorati al core business, naturalmente, ma abbiamo scelto di diversificare nell’energia e nel turismo — spiega Emma Marcegaglia, amministratore delegato assieme al fratello del gruppo siderurgico mantovano da oltre 3mila miliardi di fatturato — e in quest’ultimo settore vogliamo arrivare entro un triennio a raddoppiare, con delle acquisizioni, il fatturato attuale».

L’anno prossimo, comprendendo l’operazione di Pugnochiuso, il comparto turistico del gruppo arriverà a un giro d’affari di circa 70 miliardi, una cinquantina dei quali realizzati con le attività legate all’isola di Albarella, sul delta del Po. Il complesso turistico ex Snam — 2.500 ettari destinati a rientrare nel Parco nazionale del Gargano — è stato pagato 25 miliardi, ai quali si aggiungeranno investimenti per 15 miliardi nell’arco del prossimo biennio, destinati al rinnovamento di alcune strutture.

«Oggi Pugnochiuso arriva a circa 70mila presenze l’anno, ma contiamo di portarlo rapidamente a quota 100/110mila — continua la Marcegaglia — e per far questo vogliamo utilizzare le sinergie con Albarella, che per esempio ha un’ufficio di rappresentanza in Germania, anche nei rapporti con i principali tour operator internazionali, visto che oggi la clientela di Pugnochiuso è essenzialmente italiana».

Il gruppo Marcegaglia ha infatti rilevato non solo la proprietà, ma anche la gestione del complesso, mentre l’Eni aveva finora seguito una strada diversa. Proprietario dei terreni, il gruppo energetico aveva preferito affidare la gestione a una società sarda, la Gestitur, società che tra l’altro ha rilevato altre proprietà turistico/immobiliari dismesse proprio in Sardegna, quelle di Baia Chia in provincia di Cagliari e Rocca Ruja a Stintino (Sassari). La vendita delle attività di Pugnochiuso infatti rappresenta l’uscita del gruppo Eni da un settore nel quale era presente da molti anni: oltre che sul Gargano e in Sardegna, era presente anche a Borca di Cadore, in provincia di Belluno.

L’area passata sotto controllo di Marcegaglia — situata a una ventina di chilometri da Vieste — comprende due alberghi, ciascuno con poco meno di 200 camere, e alcuni bungalow: in totale, i posti letto sono circa mille, cui si aggiungono un centro congressi con una capienza fino a 600 persone e una serie di attività commerciali (negozi, ristoranti e via dicendo). La collocazione delle strutture consentirebbe, malgrado i vincoli imposti dalla presenza di un parco, di effettuare eventuali interventi di ampliamento. Vi sono inoltre due spiagge, alle quali, nelle intenzioni del nuovo proprietario, dovrebbe aggiungersene una terza.

Per quel che riguarda invece Albarella — una struttura che rappresenta un investimento a metà tra il settore turistico e quello immobiliare — la società di gestione del complesso ha registrato l’anno scorso un fatturato di 50 miliardi (con 450 dipendenti) grazie a 250mila presenze sull’isola, grande 528 ettari, lunga 5 chilometri e larga un chilometro e mezzo, collegata alla terraferma da un ponte che si raggiunge dopo aver percorso una strada arginale di 10 chilometri. Sull’isola si trovano un porto turistico con 455 posti barca, due grandi alberghi e oltre 500 unità abitative in affitto, due centri congressi, centri sportivi vari, un campo da golf, due centri commerciali.

---firma---Martino Cavalli

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