7/6/2005 ore: 12:33
Marr in Borsa valuta acquisizioni
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FINANZA E MERCATI - pagina 35 Marr in Borsa valuta acquisizioni Per l'azionista Cremonini plusvalenza di almeno 50 milioni Partite anche le sottoscrizioni per Banca Italease SIMONE FILIPPETTI MILANO • Marr apre le sottoscrizioni e pensa già a una prossima acquisizione. Ieri è partita, a braccetto con Banca Italease, altra Ipo in arrivo, l'offerta pubblica ( che si chiuderà il 15 giugno) della futura matricola controllata dal Gruppo Cremonini. Gruppo di cui l'azienda di foodservice è l'asset più ghiotto: « Il valore è in Marr » titolava un report di Centrosim su Cremonini, alcune settimane fa. In effetti la società guidata da Ugo Ravanelli ha dalla sua un business, quello della distribuzione alimentare, solido: Marr, inoltre, cresce a ritmi del 10% all'anno e assicura di farlo anche nei prossimi anni. Senza praticamente concorrenti — il competitor diretto in Italia è cinque volte più piccolo — Marr promette dividendi stabili nei prossimi anni e una crescita costante. « Con un payout di circa il 90% — nota un operatore — l'azienda assomiglia a un utility del settore alimentare » . Un settore sì dipendente dai consumi, e quindi ciclico, ma comunque in espansione: dal 2002 al 2004 Marr ha moltiplicato cinque volte gli utili, da 4,1 a 19,2 milioni, con ricavi saliti da 665 a 794 milioni e un margine operativo lordo stabile intorno al 6,5% del giro d'affari. La strategie dell'azienda è di concentrarsi sull'Italia ( c'è una filiale in Spagna la cui attività è poco significativa): il mercato della ristorazione nel Belpaese vale 58 miliardi, di cui 15 è la parte delle materie prime, quelle che Marr vende a ristoranti e alberghi. « Oggi il 30% degli italiani consuma pasti fuori casa— ha spiegato l'ad Ugo Ravanelli — contro una media europea del 35% e un tasso del 50% per gli Stati Uniti » . Spazi per crescere ancora ce ne sono, e senza ricorrere al debito. Marr ogni anno produce abbondante liquidità ( 28 milioni nel 2004) e il piano industriale dei prossimi cinque anni si basa sull'autofinanziamento. Non a caso il rapporto tra debito e margine operativo lordo è di appena 0,2 volte: tra i debiti figura anche un finanziamento da 40 milioni, ma ora ridottosi a 22 milioni, che Marr intende utilizzare per fare acquisizioni, ma non nel settore bevande. « Stiamo guardando a quattro aziende. Con 22 milioni si possono comprare circa 100 milioni di fatturato » ha detto Ravanelli. Nel frattempo i primi mesi del 2005 sono cresciuti ancor più delle stime: + 12,5% i ricavi, meglio del 10% stimato sull'intero anno. |