Milano: Scontro sulle farmacie private
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Polemiche a Milano tra Comune e farmacisti dopo la cessione dell’80% di Afm alla tedesca Gehe
 Scontro sulle farmacie private L’amministrazione: l’offerta ricevuta è doppia delle altre Federfarma: già pronto il ricorso al Tar Marco Morino
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MILANO È scontro sulla privatizzazione delle farmacie municipali milanesi, che il Comune ha ceduto per 251 miliardi al colosso tedesco Gehe (il più importante gestore europeo del settore con oltre 1.400 farmacie in portafoglio, comprese quelle di Bologna e Cremona). «È un’operazione brillante, sia per il Comune di Milano, che potrà disporre di un introito record per finanziare altri progetti di interesse pubblico, sia per i cittadini, che godranno di un servizio migliore», affermano Riccardo De Corato e Giorgio Porta, rispettivamente vicesindaco e direttore generale del Comune di Milano. «L’operazione milanese avviene in evidente contrasto con la volontà di Governo e Parlamento, che puntano sul coinvolgimento diretto dei farmacisti dipendenti», ribatte Federfarma (la federazione nazionale dei titolari di farmacia), secondo cui nelle privatizzazioni «l’individuazione di altri tipi di soci è illegittima». «Uno scandalo annunciato» rincara la dose Paolo Gradnik, presidente dell’associazione lombarda dei farmacisti. Ma procediamo con ordine. La Giunta Albertini, nella tarda serata di lunedì, ha deliberato la cessione delle 84 farmacie comunali (più due dispensari farmaceutici) al gruppo tedesco Gehe, che già controlla in Italia le farmacie comunali di Bologna (36 presidi sanitari) e Cremona (15). La Gehe si è assicurata, per 251 miliardi, l’80% della Afm Spa (l’azienda a cui fanno capo le farmacie municipali di Milano), mentre il restante 20% sarà controllato dal Comune. La procedura utilizzata per la cessione dell’Afm è stata quella dell’appalto concorso, che prevedeva la presentazione da parte dei potenziali acquirenti — inizialmente tre, poi scesi a due — di un piano di sviluppo. Porta, nell’illustrare le ragioni della scelta, si sofferma a lungo sulla questione della qualità. «Ben 40 pagine sulle 70 totali del dossier preparato dalla Gehe — ricorda Porta — sono dedicate al miglioramento dei servizi ai cittadini. La farmacia diventa un punto salute, con servizi sempre più completi e qualificati. Inoltre la proposta economica di Gehe è circa il doppio di quanto offerto dai farmacisti per rilevare l’Afm». Per queste ragioni, conclude Porta, il Comune ha giudicato l’offerta della Gehe come la migliore possibile, nella convinzione che «l’introduzione di un minimo di concorrenza non potrà che far bene anche a questo settore». Di diverso avviso l’opinione di Gradnik: «È una doppia beffa. Prima Albertini ci illude, quando promette un incondizionato appoggio ai noi piccoli imprenditori farmacisti. Poi, cosa ancor più grave, non si tiene conto della nostra offerta, pari a 233 miliardi. E ora, a distanza di un anno, la Giunta vende per 251 miliardi ai tedeschi. Uno scandalo». Federfarma, per parte sua, presenterà ricorso al Tar contro «l’assegnazione delle farmacie municipali milanesi a una società commerciale». Mercoledì 11 Aprile 2001
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