Milano. «Vigilantes per controllare strade e ospedali»

Cronaca di Milano
«Vigilantes per controllare strade e ospedali»
Formigoni: vogliamo che le guardie giurate affianchino la polizia. Ma il coordinamento resterà pubblico
Vigilantes di rinforzo alla polizia locale. L’annuncio è arrivato ieri dal presidente della Regione, Roberto Formigoni, in un convegno sulla sicurezza organizzato dall’Associazione nazionale degli istituti di vigilanza (Assvigilanza) che riunisce il 21 per cento delle società che operano in Lombardia. Pattugliamento notturno, piantonamento esterno delle carceri, presidio negli ospedali, controllo dei braccialetti elettronici: sono alcune delle attività che potrebbero essere delegate alle guardie giurate fin dal prossimo marzo, «termine entro il quale - assicura l’assessore regionale Guido Della Frera - dovrebbe essere approvata la legge per la riorganizzazione della polizia locale». Un capitolo della normativa riguarderà appunto la possibilità di affidare incarichi ai vigilantes per garantire la sicurezza sul territorio. «Nello stesso tempo, però - spiega Formigoni -, occorrerà riqualificare il percorso di crescita degli istituti attraverso una riforma legislativa che intervenga sia nel momento del rilascio della licenza sia nella fase di esecuzione dell’attività». L’accreditamento delle strutture sarà la premessa per il reclutamento di guardie giurate, sempre sotto la direzione e il coordinamento della polizia locale. «Si chiameranno "guardie giurate del territorio" - sottolinea Della Frera -, una nuova qualifica professionale che verrà sostenuta anche da corsi di formazione di cui si farà carico la stessa Regione». L’apertura della Regione agli istituti privati, accolta con favore dalle associazioni di settore, sembra legata anche ai problemi di sicurezza dei piccoli Comuni. «In Lombardia ci sono solo quattro città con più di 100 mila abitanti - spiega l’assessore -. Per il resto, la maggioranza dei centri conta meno di 10 mila residenti: quasi tutti hanno difficoltà nel far quadrare i conti, specialmente per la vigilanza che, si sa, costa parecchio». La soluzione? «Le telecamere vanno bene per monitorare punti critici, ma, se manca chi le gestisce, sono assolutamente inutili. Il nostro progetto, invece, si basa sullo sviluppo dei corpi di polizia locale, incentivando l’associazionismo tra Comuni. Per questo abbiamo già stanziato nuovi contributi anche per il 2002; va aggiunta poi la possibilità di appaltare una parte del lavoro alle guardie giurate». L’importante, però, sarà stabilire con chiarezza ruoli e competenze. Ma non è tutto qui. Una parte importante nella prevenzione del crimine sarà affidata alle tecnologie: «Stiamo già finanziando l’introduzione di nuovi mezzi per creare una rete di collegamento tra forze dell’ordine e le altre realtà legate al territorio come protezione civile, vigili urbani, pronto intervento e antincendio forestale - spiega Della Frera -. In questa prospettiva, venerdì scorso abbiamo approvato l’istituzione di centrali operative provinciali, collegate in fibra ottica: serviranno a raccogliere e scambiare dati riguardanti i vari capoluoghi». Tante iniziative, con un unico scopo: garantire la sicurezza dei cittadini. Ma sui metodi non tutti sono d’accordo. «L’annuncio di Formigoni mi sembra il risultato di pressioni della Lega in tema di devolution - commenta Paolo Danuvola, consigliere regionale dei Popolari -. Non capisco la confusione di funzioni fra vigilanza urbana e polizia di Stato. La sicurezza è un bene indivisibile, deve restare nelle mani dello Stato». Intanto, secondo il criminologo Guido Travaini, i cittadini hanno sempre più paura. «L’andamento dei reati non è così grave - sottolinea il professore -, ma loro si sentono comunque in pericolo: in Lombardia è la rapina a scatenare ansia e preoccupazione». Così la gente compra allarmi e porte blindate, e, nello stesso tempo, rinuncia a uscire di casa da sola dopo il tramonto oppure a indossare gioielli. La vigilanza privata? «Può aiutare - dice il criminologo -, la presenza delle guardie giurate rassicura: secondo una ricerca del Censis, i vigilantes godono di grande fiducia da parte della popolazione. Ma i più amati restano sempre i carabinieri».
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Grazia Maria Mottola
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