Muore schiacciata dall’ascensore
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Una fine tanto atroce quanto istantanea. Una donna delle pulizie è stata schiacciata e uccisa da un ascensore mentre, sporgendosi, puliva le grate della tromba delle scale. L’incidente è avvenuto ieri verso mezzogiorno in un condominio di via Costantino Corvisieri 3, tra via Nomentana e piazza Bologna, dove la vittima era stata mandata da una ditta per la quale prestava il primo giorno di lavoro. Uno degli inquilini, dall’alto, ha premuto il tasto “Terra” senza minimamente immaginare che lungo la discesa ci potesse essere qualcuno. La cabina è venuta giù silenziosamente e ha agito sul corpo della poveretta quasi come una mannaia.
Il palazzo dove è avvenuto l’incidente risale alla prima metà del secolo scorso. L’ascensore, come in tanti edifici della Roma umbertina, sale e scende al centro delle scale. Frontalmente e sul retro le grate sono alte quanto i solai. Ma di lato lo sono di meno. Piera Pronti, la donna deceduta, 46 anni, di Sgurgola in provincia di Frosinone, sposata e madre di tre figli (il più piccolo di otto), è salita su una scaletta e si è protesa con la testa da una rampa. Secondo alcuni condomini, aveva avuto l’accortezza di lasciare la cabina aperta al piano sopra a quello dove stava spolverando. Il condominio aveva deciso una pulizia straordinaria. Ma evidentemente non tutti erano informati sul fatto che ci fosse qualcuno al lavoro lungo sul “tragitto”.
Non a caso la Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo. Il pubblico ministero di turno, Maria Bice Barborini, cercherà di capire se la ditta incaricata delle pulizie e l’amministratore dello stabile abbiano adottato tutte le misure di sicurezza previste. Non è chiaro, ad esempio, se i condomini fossero a conoscenza dell’inizio dei lavori e dei possibili pericoli. Non si sa, altro interrogativo, se la stessa vittima fosse stata “istruita” sulla silenziosità dell’ascensore che le è costato la vita. Una cosa sembrerebbe invece certa: lungo le scale non c’erano cartelli che segnalassero chiaramente un pericolo.
Momenti atroci anche per il passeggero dell’ascensore. Si tratta di una donna di mezza età che abita nell’edificio. Quando c’è stato l’impatto con la vittima, la cabina, con i vetri trasparenti, si è subito bloccata. La signora Pronti è rimasta incastrata tra le grate e il “montacarichi” con la testa e metà del busto. L’inquilina, da dentro, terrorizzata, non ha potuto far altro che urlare per la disperazione, chiedere aiuto e assistere alla fine della lavoratrice senza neppure immaginare chi fosse. Ma è dovuta restare lì, vedendo tutto, fino a che non è stata liberata dai vigili del fuoco.
Più tardi la donna, sentita dai carabinieri della compagnia Parioli, intervenuti in via Corvisieri, non ha potuto dire altro che questo: «Ho solo premuto il tasto “terra”. Come potevo immaginare?». Non poteva, in effetti. Piera Pronti era una pendolare. Ieri mattina aveva lasciato la famiglia a Sgurgola ed era venuta a Roma per guadagnarsi la giornata. Il marito è un cassintegrato. Il magistrato ha chiesto l’autopsia. Il medico legale, dopo il primo esame, ha detto che il decesso è dovuto ai gravi traumi alla testa e al probabile sfondamento della cassa toracica.