New Economy. La Rete delle cooperative
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Legacoop sta lanciando nel sito un complesso motore di ricerca Web che metterà a disposizione dei cittadini i servizi di 10mila imprese associate
 La Rete delle cooperative Un portale «di comunità» che avrà l'elemento distintivo del nuovo suffisso .coop
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La sfida di mantenere competitivo il tessuto produttivo italiano passa inevitabilmente dall'agevolare l'accesso al mondo Web alle Pmi. E sicuramente le cooperative rappresentano una parte significativa delle piccole e medie imprese distribuite sul territorio italiano. Il progetto. Per rendere più semplice e immediata la possibilità di contatto tra il consumatore e la vasta costellazione delle cooperative, Legacoop, un'associazione di cooperative, sta definendo un nuovo motore di ricerca, disponibile sul sito della stessa associazione (www.legacoop.it), denominato Cercacoop. Grazie a questo nuovo strumento di ricerca sarà possibile, per ogni cittadino, accedere attraverso un portale associativo all'offerta di beni e di servizi delle oltre 10mila imprese cooperative associate. I servizi. Ogni mese sarà aggiunto in linea un nuovo settore di ricerca. Cultura, turismo, lavoro sono i primi comparti sui quali viene attivato il servizio. Attraverso un menù di ricerca è possibile selezionare su scala territoriale la cooperativa che fornisce il servizio richiesto, o direttamente attraverso il rispettivo sito Web o attraverso il recapito telefonico e l'indirizzo. Per quanto riguarda il lavoro, Cercacoop indirizzerà l'utente alle offerte di lavoro provenienti dalle singole cooperative o da Obiettivo Lavoro, società di lavoro interinale promossa dalla stessa Legacoop. Il nuovo dominio. Le cooperative associate disporranno inoltre di un portale di comunità con un elemento ulteriore di distintività: il dominio .coop. Si tratta di un dominio di primo livello che è stato assegnato al movimento cooperativo mondiale e che in prospettiva consentirà un accesso facilitato a Internet agli oltre 750 milioni di operatori del settore presenti nel mondo. A presentare il progetto del nuovo sito è Ivano Barberini, presidente di Legacoop. «Siamo partiti cinque anni fa con l'idea di realizzare un sito Web, per aprirci al mondo interno, e una Intranet, per riuscire a migliorare i livelli di collaborazione - dice -. Da un paio d'anni abbiamo in atto una ristrutturazione totale del sistema, che parte dalla considerazione che la diffusione della conoscenza è un fattore basilare sia per la collaborazione sia per presentarsi al mercato esterno». Realtà eterogenea. Parlare di cooperative significa comunque riferirsi a realtà fortemente eterogenee per quanto riguarda le dimensioni, i settori di attività e il livello di informatizzazione. L'iniziativa si propone da una parte di supportare le grosse realtà che hanno già messo in atto una serie di attività sul mondo Web, dal l'altra ha il preciso obiettivo di fornire strumenti, metodologie e consulenze a quelle realtà che per dimensione o cultura non si sono ancora presentate in modo opportuno all'interno della Rete. Non va infatti dimenticato che il mondo cooperativo, che fa riferimento a Legacoop, ha non solo posizioni di primo piano nell'e-commerce della grande distribuzione (con il portale della «spesa che non pesa» della Coop), ma posizioni di alto profilo nel settore dell'industria alimentare (con la costruzione, da parte di Granarolo, del portale del latte e suoi derivati), in quello assicurativo e dei servizi bancari (siti dell'Unipol e di Unipol Banca), ma anche in quello dei servizi finanziari con i miglioramenti apportati al sito di Ccfr. Così come non va dimenticata la sperimentazione delle aste elettroniche nel settore dell'edilizia promossa da Ccc-Acam. Per quanto riguarda le realtà più piccole sono in atto delle sperimentazioni per cercare di fornire tutta una serie di infrastrutture necessarie per realizzare l'ingresso delle stesse nel settore del business to business ed eventualmente del business to consumer, ma come ci tiene a sottolineare il presidente Barberini occorre prudenza, soprattutto per quanto riguarda l'e-commerce. «Riteniamo strategico per tutte le nostre realtà il discorso del B2b, al fine di favorire la collaborazione tra le diverse cooperative - dice -. Più delicato è il discorso del B2c, oggi in via di sperimentazione da parte di grandi realtà come Coop, che vanta quattro milioni e mezzo di soci. Per realtà più piccole il discorso appare più complesso per una serie di fattori e motivazioni specifiche delle diverse realtà, e occorre ancora una fase sperimentale per stabilire quali sono i reali criteri di convenienza in funzione dei diversi contesti specifici in cui queste operative sviluppano le loro attività». Gabriele Zacchetti Sabato 20 Ottobre 2001
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