MF - Borse & Borsini Numero 030, pag. 13 del 12-02-2004 di Carla Ferron Per le operazioni di un fondo chiuso sugli ex immobili del gruppo in crisi. Nextra, rebus Giacomelli
Creato un fondo rischi contro inadempienze della catena sportiva, che ha riaffittato i negozi ceduti. Già svalutati nel portafoglio di Sviluppo immobiliare
Il bilancio su base annua sarà disponibile solo nelle prossime settimane, quando il consiglio di amministrazione convocato per fine mese approverà i rendiconti dei propri fondi. In quella sede si vedrà se in casa Nextra confermeranno o meno il conto amaro, riferito nella semestrale, degli investimenti effettuati da Sviluppo immobiliare (fondo chiuso specializzato nel real estate) in quattro immobili della Giacomelli, società quotata a piazza Affari finita in amministrazione straordinaria. In occasione del bilancio semestrale infatti il consiglio di amministrazione della sgr aveva deciso di istituire un fondo rischi pari a 120 mila euro.
L’investimento nei quattro centri commerciali si è caratterizzato come una transazione di sale & leaseback: i punti vendita in questione sono stati riaffittati dalla stessa Giacomelli. Di qui la decisione del cda Nextra di registrare nel bilancio di Sviluppo immobiliare accantonamenti per far fronte all’eventualità che il fondo debba subentrare nell’adempimento delle spese di competenza del conduttore inadempiente.
Eventualità remota? In realtà, già nel secondo trimestre del 2003 si è registrato il mancato pagamento del canone di locazione relativo ai punti vendita situati nei centri commerciali di Sona, Erbusco e Macerata. Inoltre, la sgr ha dovuto far fronte alla mancata consegna della fideiussione a garanzia del deposito cauzionale relativamente al centro commerciale di Trieste. Il fondo immobiliare chiuso di Nextra ha così provveduto all’escussione delle fideiussioni rilasciate a garanzia delle obbligazioni di Giacomelli sport e ha promosso un procedimento giudiziario contro il conduttore. Obiettivo: sfrattare Giacomelli dai punti vendita, con l’esclusione di quello di Trieste, per procedere a una nuova locazione degli immobili a condizioni di mercato.
Nel frattempo la Giacomelli è finita in amministrazione controllata, e la sgr ha instaurato quella che viene definita una «proficua collaborazione» con la gestione commissariale. Con l’approvazione del bilancio si saprà in concreto cosa ha potuto o potrà produrre questa collaborazione. Ma intanto in via prudenziale la sgr nei mesi scorsi aveva deciso di procedere anche a una svalutazione complessiva di 482 mila euro dei primi due centri commerciali acquistati, quelli rilevati nel dicembre 2002 e quindi già valorizzati nel portafoglio dello stesso esercizio.
In particolare, il centro commerciale di Erbusco, vicino a Brescia, acquistato a un prezzo di 2,65 milioni di euro e valorizzato a fine 2002 per 3,633 milioni (come emerge dal Rapporto 2003 di Scenari immobiliari sui fondi del settore), ha visto ridursi il valore al 30 giugno scorso di oltre il 6% a 3,43 milioni. Nel caso del punto vendita di Sona (Verona), rilevato a 2,765 milioni di euro, la svalutazione è stata di quasi il 7% (da 3,629 a 3,38 milioni di euro). Complessivamente, il valore degli ex immobili Giacomelli stimato nel portafoglio di Sviluppo immobiliare a fine giugno era pari a 12,248 milioni, poco più del 6% dell’intero valore del portafoglio immobili del fondo. (riproduzione riservata)
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