Orgoglio e tanta voglia di mobilitazione
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Venerd? 8 Febbraio 2002 |
Orgoglio e tanta voglia di mobilitazione
dal nostro inviato
di MARIO AJELLO
RIMINI — Agostina Turudda, veneta: ?La sinistra c’?. Flavio Iraci, emiliano: ?La sinistra c’?. Un altro sindacalista: ?Siamo tantissimiiii...? (fa il verso all’inno berlusconiano). Un altro ancora: ?A forza di rassicurare e sopire, abbiamo preso soltanto bastonate?. Un compagno: ?Ho voglia di litigare con qualcuno?. Un altro cigiellino ha scritto su un foglietto un passaggio di Aprile, film di Nanni Moretti, e lo mostra orgoglioso: ?Quel che conta non ? l’assenza politica dei dirigenti della Quercia. E’ l’assenza umana. A loro non gliene importa niente: hai capito? Niente!?. I delegati cigiellini si considerano di tutt’altra pasta rispetto ai loro coetanei in politica — mediamente cinquantenni gli uni e cinquantenni gli altri — e si sentono pi? in palla. ?Vogliamo resuscitare Lazzaro?, cio? la sinistra, confida uno di loro. ?Ma ve ce vo’ er Viagra!?, gli risponde affettuosamente polemico Duccio Trombadori, collaboratore di Pezzotta alla Cisl. Ma il cigiellino nuova maniera, l’’homo cofferatianus’’, ? un tipo che non disarma. Tutt’altro. Aurelio, napoletano di Bagnoli, si aggira nel parterre e propone agli amici uno slogan: ?Facimmo’ ’a faccia feroce!?.
Ma lo sa che questo era il grido di battaglia dell’esercito borbonico di Franceschiello che le buscava sempre? Lo sa e se ne infischia. Sta passando Rossana Rossanda, carica di pensieri "alti" e di eroiche sconfitte: ?La Rossanda va sempre bene?. Il cigiellino newstyle ? dunque un impasto di passato e di presente. Rispetto agli anni scorsi si sente pi? solo, perch? i Ds sono quel che sono: professionisti dell’autoconservazione di casta, muniti di auto blu o di aereo di Stato con il quale sono arrivati l’altro giorno qui a Rimini. Al mollismo da opposizione, i nostri eroi cofferatiani contrappongono — senza esagerare — ?la rabbia e l’orgoglio?, come suggerisce il pensionato Ettore Natali, che pi? della Rossanda sta inconsapevolmente citando la Fallaci: la quale farebbe fare al Cinese la stessa fine di Bin Laden (se lo acchiappano). Dice Mario Defrenza, da Porto Marghera: ?Io di fare l’omino di Altan, la tuta blu con l’ombrello nel didietro e aria depressa, non ce la faccio pi?. Non siamo pi? quelli?. Ma allora, che cosa? Un gruppo di loro passa davanti a un banchetto che vende la rivista dalemiana Italianieuropei. E a qualcuno sfugge un’ironia: ?Se D’Alema cade dalla pila di copie invendute della sua rivista, ? come si buttasse gi? da un grattacielo?. Le letture dell’’homo cofferatianus’’ sono altre. Va a ruba la ristampa della celebre prima pagina de L’Unit? del 24 marzo 1984: ?Eccoci!? (In piazza contro il palio craxiano della scala mobile).
Il cigiellino non ha nulla in comune con il morettiano. Quest’ultimo vive di miti, leggende e tab?: il Cavaliere Nero, Mani pulite, l’Italia corrotta e infetta, il fascismo eterno. Il nostro eroe, viceversa, all’Apocalisse preferisce la mobilitazione, al ?questa Italia non mi merita? un patriottismo democratico profondo, alla contemplazione dell’ombelico il dialogo (o lo scontro) sociale da potenza a potenza. Peccanto che manchino i giovani. ?Mi guardi bene. Le sembro una vecchietta??. In effetti, Flavia Villani, 23 anni, minigonna, cavallo alto, capelli biondi, sembra una top model. Carinissima. Fa la rappresentante sindacale degli edili. ?Basta a dire che la Cgil ? una casa di riposo per sventati?, si lamenta. Intanto ? arrivato Di Pietro. Si siede per un po’ affianco a D’Alema. I giornalisti si eccitano (nuovo asse Massimo-Tonino? Di Pietro ? diventato dalemiano? D’Alema ? diventato questurino?), i cofferatisti non ci fanno caso perch? almeno in questo sono gi? "oltre". Preferiscono guardarsi fra di loro con soddisfazione. E se vi venisse in mente, a proposito della corazzata Cgil, citerebbero Federico Fellini, "Genius Loci" riminese: ?E la nave va?. Ma nel mare dei lavori atipici, dei contratti individuali e non pi? collettivi, della deregulation da fabbrichetta di scarpe del Nord-Est, del futuro che entra in noi molto prima che accada, i nostri eroi dovrebbero forse ritoccare la propria bussola.