Palermo: "Città del mare", guerra all'Unipol
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Città del mare, guerra all'Unipol Duecento dipendenti contro la cessione dei servizi all'esterno Prima la pizzeria. Poi la gestione degli scivoli e della spiaggia. Ora anche l'agenzia di viaggi va ad altre imprese
ANTONELLA ROMANO
I DIPENDENTI di "Città del Mare" contro l'Unipol. Il complesso alberghiero sul mare di Terrasini è in vendita. Dopo il fallimento delle trattative con Carmelo Patti e Antonio Mangia, la compagnia di assicurazioni emiliana è da più di un anno alla ricerca di un acquirente. E intanto, accusano i dipendenti, svende e appalta i servizi del villaggio. L'ultimo «pezzo» ceduto è l'agenzia di viaggi Toboggan, che funziona anche come ufficio di biglietteria aerea e navale, per le prenotazioni e la programmazione delle escursioni. Una settimana fa è stata acquistata da Eugenio ed Enrico Labisi, la società che noleggia pullman e che forse intende incorporarla alla sua Labisi Travel tour operator. La pizzeria è stata ceduta già da tempo alla società Segesta di Terrasini, la spiaggia è gestita dalla coop Jonatan di Lecce, la zona degli scivoli a mare dalla cooperativa Calarossa. E intanto, dal consiglio d'amministrazione di Città del Mare spa, la società che raggruppava tutti i servizi, è andata via Coop Tourist, l'azionista di minoranza. «L'orientamento della società - dice Totò Ferrara, fino a tre mesi fa vice presidente dell'organo di gestione - è ormai quello della vendita. La partecipazione della Lega Coop, con la simbolica quota del 6 per cento, non aveva dunque più senso». Segnali che preoccupano sempre più i dipendenti. E che confermano come il processo di «esternalizzazione» dei servizi proceda a ritmo serrato. Da vendere rimangono adesso i servizi di punta: ovvero il ristorante, la cucina, il servizio ai piani, il servizio di pulizia e la gestione del personale. Prima di vendere a terzi, la società tratta con gli stessi dipendenti. Al responsabile del personale, Gianni Pizzi, è stata offerta la gestione diretta del servizio buste paga. Pizzi ha tempo fino all'estate per dare una risposta a Gastone Notari, il presidente del consiglio d'amministrazione incaricato dall'Unipol. In una lettera con quasi 200 firme, su un totale di 300 dipendenti, i lavoratori, che a livello locale si sentono abbandonati, chiedono direttamente l'intervento del segretario nazionale della Cgil, Sergio Cofferati, per ristabilire «regole chiare» ed evitare che i servizi di Città del Mare vengano polverizzati e svenduti a «società private, a cooperative familiari, agli amici degli amici». «Chiediamo - dice Vito Cardinale, uno dei promotori dell'appello a Cofferati - che l'azienda rimanga integra. La logica spartitoria di questo progetto renderà i lavoratori ostaggio di questo o quel padroncino, che deciderà collocazione e salari a suo piacimento, espropriandoli dell'unica garanzia rappresentata dal contratto nazionale di lavoro». Intanto, il segretario UilTucs, Pietro la Torre, ha chiesto la sospensione dei fondi in arrivo dal Patto territoriale di Terrasini per Città del Mare: 7 miliardi destinati a mini appartamenti e per lavori di ristrutturazione. Lavori che farebbero lievitare il prezzo dell'albergo, messo in vendita per 50 miliardi. «In mancanza di un accordo con il sindacato - dice La Torre - chiediamo la sospensione dell'erogazione di questi fondi pubblici». «Ma noi - replica Cardinale - non ci sentiamo tutelati da nessuno. Ci siamo perciò rivolti a Cofferati: non vogliamo che vengano vanificati 30 anni di lavoro».
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