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Parte la sfida all’Autogrill

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    29 novembre 2007 - ANNO XLV N.48
      Pagina 182 - Economia


      Parte la sfida all’Autogrill
        IMPRESE Si affilano le armi per aggiudicarsi un centinaio di aree di ristoro con concessioni in scadenza. Così Nicola Sarni divorzia dai fratelli e si compra Fini.


        Raffaella Galvani
          Che effetto fa chiamarsi Sarni e proporsi al mercato come Fini? Alla domanda Nicola Sarni, 54 anni, ride e ammette: «È un pasticcio, anche perché il mio cognome è e rimarrà Sarni». Ma ormai l’acquisto della Finifast, società della famiglia Fini di Modena che gestisce 22 punti di ristoro autostradali, e il divorzio dai fratelli Alessandro, Antonio, Teodoro e Carmine sono agli atti. Lui, Nicola Sarni, terzogenito di una famiglia del Sud partita con un bar ad Ascoli Satriano (Foggia), ha mantenuto le quote nelle altre attività (il 20 per cento nella immobiliare Finsud e il 50 nella catena di gioiellerie Follie d’oro) ma si è fatto liquidare le partecipazioni nella ristorazione: bar, gelaterie, pizzerie e self service, e soprattutto le 36 aree di ristoro autostradali a marchio Sarni (65 milioni di fatturato). E insieme al figlio maggiore Alessandro, 26 anni, a Gustavo Criscuolo, già suo collaboratore chiave, e soprattutto a un ex alto dirigente del’Autogrill, Claudio Crosta, ideatore dell’operazione Finifast, è partito per un’avventura in proprio sulle autostrade. Scegliendo consulenti di prestigio come Mediobanca e lo studio Gianni Origoni Grippo di Bologna e come finanziatori due fondi di private equity, Centro impresa di Intesa Sanpaolo e Focus impresa di Banca delle Marche, entrati ciascuno con il 23,5 per cento del capitale, a fronte del suo 50,1.
            «Abbiamo piani ambiziosi» riassume Crosta, l’uomo a cui i fondi hanno chiesto di seguire, da vicepresidente e azionista (1 per cento), lo sviluppo dell’impresa. Con la nuova bandiera modenese infatti Nicola Sarni conta di vincere buona parte delle gare che nei prossimi due anni rimetteranno sul mercato oltre 100 aree di servizio. Un piatto ricco, a cui puntano in molti, dal gruppo Sarni alla Chef Express (Cremonini), dalla Ristop (Save) alla My Chef (Elior), contando sul fatto che il leader Autogrill per crescere guarda oggi più all’estero e agli aeroporti che alla ristorazione stradale in Italia. Ma non c’è tempo da perdere, perché i bandi delle 80 aree in scadenza nel 2008 (per un fatturato stimato di 350 milioni di euro) sono ai nastri di partenza.
              «Partenza ottima per noi, visto che il 26 ottobre, giorno del closing dell’acquisizione della Finifast, abbiamo vinto una delle quattro aree del primo lotto sulla tangenziale di Napoli» commenta Nicola Sarni, determinato a sfidare tutti i concorrenti, inclusi i fratelli. I quali si muovono altrettanto bene, visto che, insieme con la Api e la Esso, sono tra gli altri tre vincitori della tornata napoletana.
                Come si spiega il divorzio tra fratelli, che hanno creato un piccolo impero familiare tanto da essere chiamati i Benetton del Mezzogiorno? «Non abbiamo seguito Nicola nell’operazione Fini, che avevamo studiato insieme, perché non presenta ritorni convincenti» spiega Carmine Sarni.
                  Nicola dà un’altra interpretazione. «Siamo cinque fratelli più quattro sorelle, alle porte bussano già 19 nipoti. Mi piaceva creare un’altra attività per i miei figli e le nuove leve di tutti i Sarni. Ne arriveranno un paio già l’anno venturo».
                    Come si concilino questi piani romantici con i progetti aggressivi sul mercato non è chiaro, al punto che qualche maligno ipotizza che non sia un divorzio ma una separazione tattica. Di certo per ora sulle autostrade è scontro. E se al Nord Fini vince per notorietà, i Sarni, da poco arrivati sulla A22 del Brennero, dicono che «chi prova Sarni ritorna». La parola agli automobilisti.



                      QUANTO VALE LA CATENA

                      La rete Fini rilevata da Nicola Sarni ha 22 stazioni autostradali con 650 dipendenti
                      e un fatturato di 64 milioni.
                      Tra gli investimenti già in cantiere ci sono sette mall, grandi aree di ristorazione, di cui 4 condivise con l’Autogrill.
                      In tre anni il fatturato della catena è previsto a 90 milioni.

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