3/6/2014 ore: 8:44

Pelletteria Furla. L`integrativo ottiene il 100% di sì

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È un contratto integrativo che equivale di fatto a un mese di stipendio in più, quello che hanno portato a casa imoo dipendenti di Furla nel mondo, non solo i 230 nel quartier generale di San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna. Perché di fronte a tassi di crescita dello storico marchio della pelletteria che sfiorano il +15% l`anno in termini di ricavi, premi di risultato dal 5 al 7% per i livelli impiegatizi corrispondono a una quindicesima mensilità.
«Non è un caso se il referendum sull`ipotesi di contratto integrativo, con voto a scrutinio segreto, ha ottenuto il 100% dei consensi», fa notare Luca Taddia, della Filcams Cgil di Bologna.
«Questa azienda e questo rinnovo dell`integrativo, migliorativo sia rispetto al primo accordo firmato nel 2011 sia rispetto al contratto nazionale, sono ancora una mosca bianca nel settore sottolinea il sindacalista-ma sono la conferma che la riduzione del costo del lavoro e dei diritti dei lavoratori (come le pause retribuite o la copertura al 100% dei primi tre giorni di malattia) non sono propedeutici al miglioramento delle performance aziendali. In Furla non si è fatta un`ora di sciopero e la proprietà non chiede ai lavoratori come contropartita maggiore flessibilità, perché la flessibilità è intrinseca nel clima aziendale». Parole non comuni nella terra metalmeccanica che fa da laboratorio degli scontri frontali tra Cgil e industria, come sta avvenendo a ovest della città per le domeniche lavorative in Ducati.
«In qualsiasi momento del giorno e della notte nel mondo ci sono negozi Furla aperti, domeniche, Ferragosto e Natale inclusi. 11 nostro compito, qui nell`headquarter, è rispondere 24 ore su 24 a chi è in prima linea con il cliente e fa la differenza del nostro brand. Il dipendente per noi non è l`effetto di un aumento del business, ne è il motore e questo spiega perché l`integrativo non sia visto come un costo ma come un investimento», replica l`ad Eraldo Poletto. Il nuovo integrativo ha portato dal 3 al 5% il premio di risultato (sullo stipendio lordo finale) per i due livelli di inquadramento più bassi (IV e V del commercio), dal5 al 7% per il terzo livello e confermato l`8 e il 10% per iprimi due livelli. La quindicesima mensilità si dà per certa. Il fatturato Furla è salito del 45% nell`ultimo triennio e il 2013 si è chiuso con un +14,5% a cambi costanti (+7% con l`effetto valuta, a quota 228 milioni di euro, per il 76% export). «Un trend che, stando ai primi risultati, riusciremo a mantenere anche per i12014», anticipa Poletto di fronte a una proprietà - la famiglia Furlanetto che ha fondato il marchio premium 87 anni fa e ancora oggi lo controlla al 100%, anche se le voci di quotazioni si fanno più insistenti - che continua a investire. Dopo i 167 negozi aperti e rinnovati nell`ultimo biennio (sono 344 i monomarca Furia in io° Paesi e oltre 1100 i punti vendita tra multibrand e department store), quest`anno ci sono in programma 4o tra inaugurazioni e rinnovi, incluso l`ampliamento del negozio in piazza Duomo a Milano. Ciò significa nuova occupazione in un gruppo che solo nel 2013 ha aumentato del 10% gli organici (+3o% in tre anni).

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