Pensioni, la «gobba» continua a crescere

Sabato, 25 Maggio 2002 |
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 Pensioni, la «gobba» continua a crescere
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ROMA - Una leggera riduzione, rispetto alle stime dello scorso anno, delle uscite fino al 2010 ma una crescita ancora più cospicua della "gobba". Che nel 2033 toccherà la quota del 16% del Pil contro il 15,8% ipotizzato nel 2001. È questo il nuovo verdetto sulla previdenza pronunciato dalla Ragioneria generale dello Stato (Rgs) che ha aggiornato le previsioni sulle «tendenze di medio e lungo periodo del sistema pensionistico. Dal nuovo quadro emerge che fino al 2010 il tasso di crescita della spesa pensionistica (al netto dell'indicizzazione ai prezzi) scenderà dal 2,38% stimato lo scorso anno al 2,12% grazie soprattutto alla frenata dei trattamenti (prevalentemente di vecchiaia): 460mila in meno rispetto alla previsione originaria, di cui oltre il 90% già nel 2005. Una frenata che sarà comunque in parte compensata dalla lievitazione dell'importo medio della pensione per effetto «prevalentemente» dall'aumento a 516 euro mensili degli assegni "bassi". Ma dalla relazione generale sulla situazione economica del Paese arriva un nuovo campanello d'allarme: nel 2001 la spesa per pensioni e rendite è cresciuta di quasi due punti in più rispetto al +2,7% del 2000, andando ad assorbire il 16,7% del Pil. Non solo: il Tesoro fa notare che alla fine del '99 le uscite per previdenza, pari al 17,1% del Pil risultavano «più elevate che in tutti gli altri Paesi» e superiori al 2,8% della media Ue. Nel 2001 la spesa per pensioni cresciuta del 4,5 per cento. La relazione del Tesoro parla chiaro: «Nel 2001 la spesa per pensioni e rendite, pari al 62,4% di quella complessiva sostenuta dalle amministrazioni pubbliche» per il Welfare, «dopo l'aumento particolarmente contenuto registrato nel 2000 è aumentata a tassi più sostenuti (+4,5% rispetto al 2,7% del 2000)». Il Tesoro poi evidenzia che le uscite per prestazioni di carattere assistenziale (pensioni e assegni sociali, invalidi civili e via dicendo) nel 2001 è lievitata del 4,6% contro il +4,1% del 2000. Quanto alla spesa pura per pensioni, il Tesoro sottolinea comunque che rispetto al Pil si registra una flessione: al 16,7% contro il 17,1% del '99. Nel '99 alla previdenza il 70% delle uscite per il Welfare. Nella relazione si fa anche notare che la spesa per prestazioni sociali in Italia in rapporto al Pil «si conferma inferiore alla media europea, tuttavia lo scarto si va riducendo dai 2,4 punti di Pil del '98 ai 2 punti del '99». E sempre nel '99 la spesa per pensioni ha assorbito oltre il 70% delle risorse destinate al Welfare contro il 54% della media Ue. «Rapida crescita» della spesa nei prossimi 30 anni. Anche le nuove previsioni della Ragioneria confermano che la spesa per pensioni «presenta una rapida crescita nel prossimo trentennio, dove fa registrare un incremento di oltre 2 punti percentuali di Pil passando dal 13,8% del 2000 al 16% del 2033. Dopodiché decresce rapidamente attestandosi al 13,6% nel 2050». La Rgs: leggera frenata fino al 2010. La Ragioneria ricorda di aver aggiornato la base assicurativa sulla base della nuova banca dati dell'Inps. Le variazioni più significative hanno riguardato i cosiddetti "silenti" (le posizioni assicurative che non raggiungono gli anni di contributi necessari a ottenere la pensione di vecchiaia» per i quali «si rileva una drastica riduzione» nella fascia interessata al pensionamento di vecchiaia. Quanto alla leggera frenata della spesa fino al 2010, la Rgs fa notare che dal 2001 al 2005 la crescita dovrebbe essere (al netto dell'indicizzazione) dell'1,96%, contro il +2,45% delle precedenti previsioni, e del 2,28% (contro il 2,31%) dal 2006 al 2010. Il tutto anche per effetto del modificato tasso di variazione del numero delle pensioni che scende dallo 0,85 allo 0,61 per cento. Vegas: la linea del Governo è disincentivare i pensionamenti. Il sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas, ha ribadito che «la linea del Governo è di disincentivare la gente ad andare in pensione».
Marco Rogari
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