 |
 |
05.12.2003 Pensioni, Roma preparati: stanno arrivando milioni di «turisti» Oltre tremila pullman, 40 treni speciali porteranno nella capitale lavoratori, giovani, pensionati. L’adesione dei Ds, di sette presidenti di Regione, della cultura italiana di Laura Matteucci
MILANO Oltre un milione di persone in piazza, e l’attesa per la partecipazione continua a crescere. Dopo lo sciopero generale del 24 ottobre, domani a Roma Cgil, Cisl e Uil chiamano alla prima grande manifestazione nazionale unitaria contro la Finanziaria e contro l’attacco alle pensioni. Lo slogan è programmatico: «Difendi il tuo futuro». Ancora una volta, l’arrivo dei cortei è previsto in piazza San Giovanni, dove parleranno i leader sindacali Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta, Luigi Angeletti. Aderisce il centrosinistra, che tra l’altro sulle pensioni annuncia di voler presentare emendamenti unitari e ricorda che la battaglia parlamentare sarà «lunga e intensa», aderiscono i presidenti di Regione dell’Ulivo, firmatari di un appello ai «loro» cittadini perchè partecipino il più numerosi possibile «ad un evento che denuncia gli errori e le insufficienze della politica finanziaria del governo». Si tratta di Antonio Bassolino (Campania), Filippo Bubbico Basilicata), Vito D’Ambrosio (Marche), Vasco Errani (Emilia-Romagna), Riccardo Illy (Friuli), Maria Rita Lorenzetti (Umbria) e Claudio Martini (Toscana). Quella di domani sarà «una grande mobilitazione sindacale - dice Cesare Damiano, responsabile Lavoro per i ds - che si oppone ad una manovra finanziaria iniqua sul piano sociale ed inefficace ai fini dello sviluppo del paese, e ad una riforma pensionistica che destabilizza il sistema previdenziale e colpisce tutte le generazioni». A poche ore dal via, sono già oltre 3mila i pull man prenotati, 38 i treni speciali organizzati da tutta Italia, mentre crescono le prenotazioni sui treni ordinari. I concentramenti sono previsti alle 9 in piazza della Repubblica, piazzale dei Partigiani e piazzale delle Crociate. Si parte alle 10, per arrivare a San Giovanni intorno a mezzogiorno. Due maxi-schermi, per chi non riuscirà a entrare in piazza, sono previsti su viale Emanuele Filiberto e su viale Carlo Felice. A sostenere le ragioni della protesta, arrivano anche i dati Istat sulla spesa pensionistica. «Il rapporto Istat - spiega Giampaolo Patta, segretario confederale della Cgil - conferma come la spesa pensionistica complessiva, negli ultimi dieci anni, sia ormai stabile. Il dato è intorno al 15%. La spesa esclusivamente previdenziale (cioè non quella per l’assistenza, che invece ha registrato un boom, ndr) corrisponde alla spesa media europea indicata nell’ultimo rapporto Eurostat del 2002». Nessuna anomalia italiana, quindi. Nessun conto fuori controllo. I dati: la spesa per le pensioni è cresciuta nel 2002 del 4,6% (2,2% in termini reali), oltre l’aumento del pil (+0,4% in termine reali) superando la quota del 15% del reddito nazionale. Ma il dato è dovuto soprattutto al boom della spesa per assistenza (+17,2%) trainata dall’evasione delle pratiche giacenti da tempo (il numero dei trattamenti è cresciuto del 10,7%) e dall’aumento degli importi medi (+ 5,9%) per l’incremento di una parte degli assegni a 516 euro. La spesa complessiva è di 189.295 milioni di euro nell’anno, per 22,7 milioni di prestazioni. Il 90,5% della spesa totale è stata per pensioni di invalidità, vecchiaia e superstiti (18,1 milioni). Con buona pace di Bossi, oltre la metà della spesa totale (il 51,7%) si concentra nel Nord mentre il Sud può con tare solo sul 30,8% delle prestazioni e il 27,1% della spesa. I sindacati scendono uniti in piazza, e il centrosinistra si presenta unito in Senato. Spiegano i senatori dei Ds Antonio Pizzinato e Piero Di Siena, insieme al senatore della Margherita, Tiziano Treu: «L’obiettivo è presentare sui punti cruciali emendamenti unitari di tutto il centrosinistra, a partire da quello che sopprime lo scalino del 2008 che per noi è inaccettabile». La battaglia parlamentare, aggiungono i senatori, sarà «intensa e prolungata nel tempo». Proposte unitarie del centrosinistra, hanno poi spiegato Di Siena e Pizzinato, sono possibili sia per introdurre la formula del silenzio-assenso per la parte di Tfr destinata ai fondi pensione, sia per rendere più conveniente fiscalmente la previdenza complementare, sia per introdurre forme di contribuzione figurativa che coprano i periodi di inattività dei lavoratori atipici. Treu ricorda che l’obiettivo è quello di agire nella logica del completamento della riforma Dini, logica che le proposta del governo cancella, mirando innanzitutto ad abolire definitivamente i privilegi residui.
|
 |
|
 |
|
 |
|