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Per gli agenti di commercio meno viaggi e più Internet

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          22 ottobre 2002
          NORME E TRIBUTI

          Per gli agenti di commercio meno viaggi e più Internet

          ROMA - Lo sono stati, nell'Italia degli anni '60, personaggi divenuti poi famosi come Gianfranco Funari e Luciano De Crescenzo. Il primo agente di commercio per acque minerali e pannolini Pampers, il secondo per tappeti, whisky e computer. Da allora la professione di agente e rappresentante di commercio è cambiata profondamente, in linea con il mutamento dell'economia del Paese ed è proiettata sempre più verso il futuro e verso le nuove tecnologie per le possibili applicazioni del commercio elettronico. Un ritratto analitico di questa categoria emerge dal volume «L'agente di commercio nell'Italia repubblicana, anello distributivo tra produzione e consumo» curato dallo storico Lino Scalco e contenente un'intervista a Carlo Massaro, presidente della Fiarc (la Federazione italiana agenti e rappresentanti di commercio della Confesercenti). Una realtà che intermedia oltre il 70% del Pil italiano, fatta da oltre 330mila addetti (erano 169mila nel '91), con fasce di età comprese tra i 35 e i 44 anni (nel 28% dei casi) e tra i 45 e i 54 anni (nel 25% dei casi). Per l'80% si tratta di uomini con un medio o elevato titolo di studio (71% di scuola media superiore e 10% con laurea) e un guadagno che si aggira sui 50mila euro nel 48,8% dei casi, un 33,9% fino a 100mila e un 2,2% oltre i 150mila. Per il loro lavoro gli agenti macinano ogni anno tra i 50mila e i 70mila chilometri. «Anche per questo - ha spiegato ieri il presidente della Confesercenti, Marco Venturi presentando il volume - abbiamo chiesto che nella Finanziaria si porti dall'80 al 100% la deduzione dell'acquisto dell'auto per gli agenti di commercio che utilizzano le autovetture interamente per la loro attività e che venga ripristinato il bonus sulla benzina per depurare dalle imposte gli aumenti futuri». Le nuove sfide della professione riguardano la competizione con l'e-commerce soprattutto per i beni di largo consumo. In realtà, ha osservato il presidente della Fiarc, Massaro «lo sviluppo del commercio elettronico può essere trasformato dagli agenti di commercio da minaccia in grande opportunità di crescita e rinnovamento della professione perché i nuovi strumenti tecnologici posso offrire strade finora precluse».

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