Giovedì 18 Gennaio 2001 italia-turismo Toscana, piano per le terme Chianciano va verso i privati (NOSTRO SERVIZIO)
FIRENZE Parte, dopo anni di annunci e di rinvii, la gara per l'affidamento ai privati della gestione delle Terme di Chianciano (Siena), tre stabilimenti termali più uno per l'imbottigliamento dell'acqua, alle prese con l'emorragia di clienti (l'anno scorso le presenze idropiniche sono state 600mila) e di ricavi. Nel 2000 il fatturato termale si è fermato a 13,5 miliardi (-4,9% sul '99), più del 90% del quale derivante da cure prestate in convenzione, realizzato con 50 dipendenti fissi e 159 stagionali. Il bando di gara per la ricerca di un partner privato sarà approvato entro fine mese da Comune di Chianciano e Regione Toscana, proprietari al 50% della struttura, intenzionati a selezionare (per adesso non è stato nominato alcun advisor) un operatore esperto in grado di effettuare sostanziosi investimenti. «Le terme di Chianciano hanno enormi margini di miglioramento — spiega l'amministratore delegato Sergio Bernardini — soprattutto se verranno realizzati investimenti che vanno in direzione del mercato, primo fra tutti la piscina termale». Non a caso il segmento più promettente è quello fitness e benessere, che oggi pesa solo per il 10-12% sul fatturato, ma che sta crescendo a ritmi del 40%.
Quella di Chianciano è la seconda operazione di privatizzazione della gestione termale avviata in Toscana. Pioniere sono state le Terme di Montecatini (Pistoia), per le quali sono rimaste in gara otto cordate (tre riammesse in un secondo momento) che saranno invitate nei prossimi giorni a formulare l'offerta economica. Resta in lista d'attesa la terza struttura termale ex-Eagat, quella di Casciana (Pisa), mentre per San Giuliano (Pisa), ancora in mano all'Inps, si attende il trasferimento della proprietà a Regione e Comune previsto dalla recente legge di riassetto del settore.
Intanto la Giunta regionale ha varato il piano strategico per il rilancio del termalismo, settore in cui la Toscana è leader sia per numero di aziende termali che di alberghi collegati, appannato dal declino delle cure tradizionali e dalle difficoltà di sostituzione con quelle legate al benessere. «Il tentativo che vogliamo fare con questo piano — spiega l'assessore regionale al Turismo, Susanna Cenni — è quello di tenere insieme la ricca offerta termale toscana, che comprende le grandi strutture pubbliche in via di privatizzazione, ma anche tante realtà più piccole e meno conosciute che hanno grandi potenzialità di sviluppo. Se riusciremo a creare una "rete", un circuito termale ancorato al territorio toscano, potremo accreditare un'idea di benessere non solo fisico ma dato dal paesaggio, dalla natura, dall'ambiente».
Soldi a disposizione ce ne sono pochi (nel 2001 le risorse libere nel bilancio regionale ammontano a due miliardi, più 500 milioni per la promozione), ma la Regione ha calcolato che, tra leggi nazionali, regionali e comunitarie, nei prossimi cinque anni saranno disponibili 50 miliardi che, se interamente utilizzati, potrebbero attivare investimenti per circa 230 miliardi, gran parte dei quali per le aziende private.
---firma---Silvia Pieraccini
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