Piemonte, più innovazione per affrontare la crisi
 |
giovedì 14 luglio 2005
ECONOMIA ITALIANA - pagina 17
Statistiche / Aziende al microscopio dell'Unioncamere
Piemonte, più innovazione per affrontare la crisi
Gli imprenditori individuano la cura nella ricerca e nelle infrastrutture
TORINO • « Non possiamo nascondere che il Piemonte sia una regione che soffre più di altre, in cui vi è una debole dinamica della produttività, con una crisi di alcuni pilastri del sistema industriale » . Renato Viale, presidente di Unioncamere Piemonte, nell'illustrare i dati dell'annuario statistico regionale non ha nascosto i problemi di un Piemonte alle prese con una grande trasformazione. Ma ne ha anche sottolineato i punti di forza, dalle infrastrutture che si stanno realizzando alle ricchezze territoriali, ambientali e culturali utilizzate come elemento di competitività del territorio e delle imprese.
Imprese e territorio — ha assicurato Andrea Bairati, assessore regionale all'Innovazione — che potranno approfittare delle nuove leggi sulla ricerca e sull'internazionalizzazione. « Abbiamo individuato le risorse — ha aggiunto Bairati — e quest'anno ci saranno 25 milioni per la ricerca » . E questo potrebbe servire anche ad attrarre giovani in una regione che— secondo il vicepresidente della Fiat, John Elkann — ha gravi problemi demografici. Dunque, occorre evitare la fuga dei giovani più brillanti e favorire l'arrivo da fuori regione. Elkann ha anche ricordato che la Fiat, nel solo Piemonte, occupa 5.300 persone che si dedicano alla ricerca.
Proprio la Fiat rappresenta il nodo del futuro piemontese. Ma a parere di Sergio Billé, presidente di Confcommercio, se anche il polo industriale che ha come perno la Fiat fosse costretto a ridurre — fosse anche in misura sensibile— la portata occupazionale e il valore aggiunto, «l'economia piemontese avrebbe già assetti, energie e risorse per controbilanciare queste eventuali perdite» . D'altronde il 2004 ha visto crescere le esportazioni piemontesi che hanno raggiunto i 30,96 miliardi (+ 2,9%). E anche se le importazioni sono cresciute del 5%, attestandosi sui 22,7 miliardi, la bilancia commerciale è rimasta in attivo per 8,3 miliardi. Le esportazioni piemontesi si dirigono principalmente verso i Paesi dell'Unione europea ( 67%).
Quanto alle imprese, Roberto Strocco — capo ufficio studi di Unioncamere Piemonte — ha ricordato che lo scorso anno sono state 33.855 quelle che hanno iniziato l'attività, di fronte a 29.425 cessazioni. E, secondo Strocco, si tratta di imprese più strutturate rispetto al passato. Il settore del commercio continua a essere il più numeroso, con 111mila imprese, pari a quasi un quarto del totale, seguito dai servizi ( 85mila), dall'agricoltura ( 72mila) e dalle costruzioni ( 65mila).
|
 |
Per offrire una migliore esperienza di navigazione questo sito utilizza cookie anche di terze parti.
Chiudendo questo banner o cliccando al di fuori di esso, esprimerai il consenso all'uso dei cookie.
Per saperne di più consulta la nostra Privacy e Cookie Policy