14/11/2007 ore: 12:21

Pisa. Venerdì e sabato niente spesa

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    mercoledì 14 novembre 2007
      Pagina 2 - Pisa

      Venerdì e sabato niente spesa
        Sciopero in tutti i supermercati tranne le Coop

        ANDREA PANTANI

        PISA. Venerdì e sabato stop al carrello. Anche a Pisa e provincia, infatti, scioperano i lavoratori del commercio (eccetto le Coop). Sono circa 28mila persone, tra commessi e commesse, cassieri e cassiere e gli altri addetti di negozi, punti vendita, supermercati. Cgil, Cisl e Uil intendono protestare, in questo modo, contro la Confcommercio che a livello nazionale ha rotto la trattativa per il rinnovo del contratto dei lavoratori.
          I sindacati chiedevano la stabilizzazione di parte dei precari che lavorano nel settore e 78 euro mensili in più sulla busta paga, ma l’associazione dei commercianti, a settembre, ha deciso di interrompere il confronto.

          «Lo sciopero non riguarda le Coop - spiega Michele Orsi, segretario Filcams-Cgil - che al tavolo negoziale ha fatto un’apertura importante impegnandosi a consolidare, entro 36 mesi, i contratti a termine e a diminuire la percentuale dei part time rispetto ai contratti pieni».

          I sindacati invitano i lavoratori delle altre catene di ditribuzione e dei singoli negozi a incrociare le braccia, e i cittadini a non fare acquisti. «Di sicuro ci potrebbero essere disagi - prosegue Orsi - là dove l’astensione compromette il servizio. Ma ci sembrava importante puntare i riflettori contro un fatto assolutamente insolito, la chiusura totale della parte datoriale alle nostre richieste».

          Richieste che, secondo Orsi e i colleghi di Uiltucs-Uil e Fisascat-Cisl, sono sacrosante. E cioè meno precarietà, meno flessibilità (che obbliga a turni massacranti) e un piccolo ritocco della busta paga per recuperare il potere di acquisto dei salari dei lavoratori. «Non ci sembrano richieste incongrue - commentano - ma per Confcommercio evidentemente sì». Venerdì e sabato saranno quindi predisposti volantinaggi davanti ai piazzali di Carrefour, Esselunga, Iper Panorama, per sensibilizzare i consumatori sul problema e convincerli, magari, a non fare la spesa.

          Il contratto nazionale del commercio è scaduto lo scorso 31 dicembre e dopo vari incontri, il 25 settembre, Confcommercio non si è presentata per discutere i punti principali messi sul tavolo della trattativa.

          «Lo ha fatto - concludono i sindacati - leggendo un comunicato stampa che diceva no all’accordo raggiunto il 23 luglio e no alle nostre richieste. La scusa è stata che la nostra piattaforma “era troppo costosa”. Tre anni fa, nel rinnovo contrattuale, riuscimmo ad ottenere alcune importanti conquiste su part-time, apprendistato, contratti a termine. Questa chiusura di Confcommercio e della grande distribuzione si presenta come una vera e propria rivincita e un ritorno al passato, con il peggioramento delle condizioni di lavoro in tutte le aziende del commercio».

          La precedente mobilitazione, dell’11 maggio di quest’anno, ebbe successo, con alcuni negozi costretti a rimanere chiusi e code e disagi nei supermercati.
          ***

          Pagina 2 - Prato 

          Presidio dei lavoratori nei supermercati Esselunga e Pam
           
          Sabato sciopero del commercio

          PRATO. Sciopero del commercio, della distribuzione e dei servizi sabato prossimo per l’intero turno di lavoro indetto da Cgil, Cisl e Uil a seguito dell’interruzione della trattativa sul contratto nazionale voluta da Confcommercio. I sindacati invitano ad aderire al presidio che si terrà a partire dalle 9 presso l’Esselunga di via Valentini e al Supermercato Pam di via Ferrucci.

          I dipendenti del settore commercio, in particolare, chiedono l’adesione allo “sciopero del carrello” a rinunicare per solidarietà, cioè, a fare la spesa sabato.

          «Diciamo anche no alle imprese - spiegano i sindacati - che rifiutano il confronto su organizzazione del lavoro, turni e orari». «Prediamo atto - aggiungono - che la Confcommercio accusa le organizzazioni sindacali di poca flessibilità. Filcam, Fisascat e Uiltucs intendono dare una risposta adeguata a un atteggiamento lesivo della dignità dei lavoratori».

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