Più prestiti per le famiglie: ora a quota 579 miliardi
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Gli istituti «soffrono»: oltre 70 miliardi lo stock dei crediti a rischio
ROMA — I dati sul credito bancario danno la misura di quanto la crisi si sia fatta sentire non solo sulle imprese ma anche sulle famiglie italiane: le statistiche pubblicate ieri dalla Banca d’Italia, segnalano infatti un significativo aumento delle sofferenze, cioè dei prestiti non rimborsati, che hanno raggiunto in luglio i 70 miliardi di euro, 1,5 in più del mese precedente. Per di più, mentre il ritmo di crescita di tali sofferenze decelera per le imprese, sale per le famiglie: i mancati rimborsi in luglio sfioravano i 16 miliardi con un a umento sull ’ a nno pari al 37,4%.
Le famiglie, insomma arrancano al pari delle imprese, soprattutto quelle medie e piccole, che continuano a ricevere finanziamenti al contagocce, con un tasso di crescita annuale complessivamente negativo per lo 0,5%. Diversamente sono in netta ripresa i mutui e i prestiti ai privati che salgono all’8,3% annuale (erano al 7,9% in giugno). Il risultato totale è di una crescita del 2,9%.
A far salire l’indebitamento delle famiglie sono stati soprattutto i mutui, in particolare quelli con durata di oltre i 5 anni, per l’acquisto di abitazioni che rappresentano gran parte dei nuovi prestiti. Lo stock di finanziamenti in essere, comprensivi però delle cartolarizzazioni secondo le nuove modalità di calcolo imposte a partire da giugno 2010 dalla Ue, sale così ad oltre 579 miliardi circa 50 miliardi in più dello stesso mese del 2009. Una crescita questa che ha acceso il campanello d’allarme delle Associazioni dei consumatori, Federconsumatori e Adusbef preoccupate per l’alto e «drammatico» livello di debiti e ha suscita-
to la presa di posizione del capogruppo del Pd alla commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano. «Il dato sui debiti delle famiglie si somma drammaticamente all'aumento della Cassa integrazione e alla previsione per l'autunno di una perdita di 600.000 posti di lavoro nei settori pubblici e privati» ha detto Damiano.
Quanto alle altre cifre del bollettino della Banca d’Italia sempre in luglio è diminuito lievemente all’8,5% dall’8,7% di giugno il tasso di crescita su base annuale dei depositi bancari con i conti correnti che crescono del 6,7% (dal 6,1% di giugno) e le obbligazioni bancarie che invece restano stabili in diminuzione dello 0,3%. In salita generale sono invece i tassi di interesse: quelli applicati sui nuovi finanziamenti alle imprese hanno registrato un aumento di circa 30 punti base, toccando il 2,54% contro il 2,27% del mese precedente: l’incremento ha riguardato soprattutto le aziende di maggiori dimensioni, alle quali vengono comunque applicati tassi più favorevoli, in particolare per i prestiti superiori al milione di euro che si sono riportati al 2,20% dall’1,95% di giugno.
Anche i tassi sui mutui erogati alle famiglie sono aumentati, seppure leggermente, al 2,57%. Stabili infine i tassi passivi sui depositi, cioè quelli che le banche pagano al clienti: in lieve rialzo solo i rendimenti corrisposti sulle nuove operazioni di deposito vincolato e di pronti contro termine.