Pozzuoli, Vercelli, Pomezia la strage non si ferma. Altri tre morti sul lavoro
Contenuti associati
Ancora morti sul lavoro. Tre operai, due di ventisette anni e uno di 42, hanno perso la vita ieri a Pozzuoli, Pomezia e Vercelli, mentre uno è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Niguarda di Milano. Il primo incidente è delle 10,30. Walter, giovane dipendente delle Ferrovie dello Stato, stava facendo dei lavori di manutenzione sulla linea elettrica della tratta Torino-Milano, all’altezza della stazione di Livorno Ferraris, in provincia di Vercelli. La linea doveva essere senza tensione, ma quando il ventisettenne ha toccato uno dei cavi è rimasto folgorato. Inutili i soccorsi, anche se quando sono arrivati i medici del 118 l’operaio era ancora in vita. Pochi minuti dopo, intorno alle undici, a Pomezia, alle porte di Roma, la scala che reggeva un operaio 42enne si è spezzata, facendolo precipitare da oltre otto metri. L’uomo, sposato, si occupava di riparazioni e manutenzione di impianti di illuminazione ed era stato chiamato per eseguire un intervento a un faro in uno stabilimento di serigrafia. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che si occuperanno delle indagini. «Ancora una morte sul lavoro sul nostro territorio che poteva essere evitata », ha affermato il segretario della Cgil locale, Giuseppe Cappucci, che ha lamentato la scarsa attenzione alla prevenzione degli incidenti: «I mezzi e gli strumenti di controllo non sono sufficienti - ha detto il sindacalista - mancano gli ispettori e i servizi di prevenzione sono depotenziati ». A Pozzuoli, Sebastiano, 27enne della provincia di Caserta, stava eseguendo una ristrutturazione. Manovrava una gru quando, per cause ancora da accertare,un tubo della pressione idraulica si è rotto cadendogli in testa. Anche in questo caso i soccorsi sono stati inutili, il ragazzo è morto subito. Mentre ieri sera lottava ancora con la morte a Milano un operaio di 37 anni. È stato ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Niguarda, dove è arrivato in elicottero, dopo essere rimasto schiacciato da un pilone di appoggio in metallo del peso di 500 chili crollato in un cantiere edile a Cesano Boscone.
GOVERNO INERTE «In Italia si continua a morire di lavoro e questo è inaccettabile», afferma il vicepresidente della commissione d’inchiesta sugli infortuni e le morti sul lavoro, il senatore del Pd Paolo Nerozzi. «È inaccettabile il fenomeno così come lo è l’inerzia del governo - accusa l’esponente del Pd - Molte imprese hanno capito che le leggi sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, anche se ci sono, possono essere aggirate, perché mancano le ispezioni e le sanzioni non vengono applicate. E il governo tace