Prezzi sotto la media Istat nei punti vendita Coop
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Economia e lavoro |
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29.01.2004 consumi I prezzi nei punti vendita Coop sotto la media rilevata dall’Istat
MILANO L’aumento medio dei prezzi nei punti vendita Coop nel 2003 è stata dell’1,3%, quasi due punti percentuali sotto il dato Istat, con un +0,8% dovuto ai prodotti industriali e un +1,6% per quelli freschi stagionali. È quanto emerge dai dati, presentati ieri a Milano, elaborati dall’Osservatorio prezzi nazionale della Coop, organismo dotato anche di un comitato scientifico indipendente. Il paniere comprende 1.600 articoli, di cui 400 tra carni, ortofrutta, salumi e latticini e, secondo il presidente di Coop Italia, Vincenzo Tassinari, i prezzi medi sono stati inferiori dell’1,5% rispetto ai concorrenti della grande distribuzione (-25% i prodotti col proprio marchio). Anche in termini di fatturato, pari a 11 miliardi di euro, Coop con un incremento del 12,3% ha fatto meglio della concorrenza, che avrebbe invece registrato un aumento medio del 6,6%. «Rimando al mittente - ha affermato Tassinari - le accuse del presidente di Federalimentare, Luigi Rossi di Montelera: colpevolizzare per l’inflazione l’intero mondo della distribuzione significa voler trovare un capro espiatorio. Invece Coop ha dimostrato di essere stata un elemento calmieratore dei prezzi e nel contempo di essere stata capace, nonostante la tendenza negativa del mercato, di incrementare i consumi». «La crescita nelle vendite - ha spiegato il presidente di Coop Italia - è dovuta a sviluppo (nel 2003 sono stati aperti 24 nuovi supermercati e 10 nuovi iper), innovazione ed incremento del numero dei clienti e della spesa procapite. Per il 2004 le previsioni non sono certo positive: sembra rafforzato lo scenario di fine 2003 e permane una forte crisi di fiducia dei consumatori. Noi puntiamo a garantire alla nostra clientela una dinamica dei prezzi di vendita inferiore di almeno un punto percentuale rispetto a quella nazionale». L’ipotesi è per Coop quella di una crescita dei prezzi nella sua rete di vendita dell’1,5% contro il 2,5% di media nazionale.
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