Primo Maggio, scontro sui negozi aperti
Contenuti associati
Il Comune: adesione libera, ma non possiamo chiudere la città. Il Pd: manovra elettorale
Milano - Deroga firmata. Domenica Primo Maggio, festa del Lavoro, i negozi di Milano potranno rimanere aperti. Troppi eventi in contemporanea per rinunciare a una Milano «accogliente e turistica»: la trasmissione in piazza Duomo della cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II, la manifestazione dei lavoratori, il Salone nautico «NavigaMl». Ecco perché l`assessore alle Attività produttive, Giovanni Terzi, ha dato il via libera a questa rivoluzione dello shopping: «Un atto non solo utile, ma necessario per la vita della città». La risposta dei sindacati: sciopero.
I commercianti al lavoro nel giorno dei lavoratori. «Non è un gesto contro qualcuno spiega Terzi-, ma un`occasione di crescita per un settore che ha troppo pagato il peso della difficile congiuntura economica. Lasciamo a tutti la libertà di tenere aperto o meno». Con un`alternativa riservata ai negozi di media e grande superficie fuori dal centro: se alzeranno le serrande, dovranno chiudere domenica 2 ottobre (e viceversa). Decisione storica: mai prima - dall`istituzione della Festa, nel 1945 - era stato messo in discussione il riposo dei lavoratori. Con inevitabile seguito di divisioni e polemiche. I pro: commercianti e artigiani. «L`amministrazione comunale ha accolto le nostre richieste. E un`iniziativa tesa a valorizzare Milano, città internazionale che vuole e deve essere viva e ospitale», afferma il segretario generale dell`Unione artigiani, Marco Accornero. Bene anche per il Codacons e per Simonpaolo Buongiardino di Confcommercio: «Terzi ha saputo interpretare le aspettative della città. Il lavoro si può onorare anche lavorando». La benedizione arriva infine dal ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla: «Liberalizza- re l`apertura dei negozi nei giorni festivi può dare alla nostra economia la frustata di cui ha bisogno». Tra i contrari c`è il segretario milanese della Cgil, Onorio Rosati: «Colpisce che l`assessore Terzi abbia deciso di farsi la propria campagna elettorale sulla vicenda del Primo Maggio. Ancora una volta Terzi non si interessa al tema del lavoro ma cerca strumentalizzazioni. Noi riconfermiamo il giudizio negativo sulla decisione presa unilateralmente dal Comune di Milano e sottolineiamo che questo giudizio accomuna Cgil, Cisl e Uil di categoria».
Posizione unitaria, dunque, per Filcams-Gcil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil. Graziella Carneri della Cgil spiega: «Tutti insieme organizzeremo un presidio venerdì mattina davanti all`assessorato di via Larga. Durante la manifestazione di domenica, poi, faremo volantinaggi in centro. E per quel giorno proclameremo 24 ore di sciopero: chi si era organizzato per rimanere a casa o partecipare al corteo è giusto che lo possa fare». Lascia uno spiraglio Luigi Pezzuolo della Cisl: «Abbiamo scritto a Terzi, aspettiamo una sua risposta e poi decideremo il da fars ». Sicurissima la Cub: «Sciopero generale nazionale di 24 ore del settore commercio e turismo». La questione divide anche i due sfidanti di Letizia Moratti. Per Giuliano Pisapia, candidato el centrosinistra, «è un diritto fare festa e non andare al lavoro». E se nel Pd si parla di strumentalizzazione a fini elettorali e Daniele Farina di Sei afferma che il centrodestra «è contro il lavoro», Manfredi Palmeri del Terzo Polo conclude: «Scelta giusta ma tardiva. È l`ennesimo provvedimento dell`ultimo
minuto».