Processi del lavoro, giudici oberati
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ItaliaOggi (Giustizia e Società) Numero 014, pag. 39 del 17/1/2003 Claudia Morelli
Ogni magistrato rischia di gestire fino a 5 mila procedimenti Uno a cinquemila. Arriva anche a queste proporzioni il rapporto tra magistrati e processi del lavoro sopravvenienti in almeno venti tribunali, quasi tutti al Sud. Nel caso più critico (Locri) il carico di lavoro individuale arriva anche a punte di 5 mila procedimenti per giudice e nei casi migliori si ferma a 1.179 (Lecce). I dati sulle difficoltà che incontra la giustizia del lavoro (si veda anche ItaliaOggi del 14 novembre) sono forniti questa volta dal Consiglio superiore della magistratura, che ha fotografato la situazione esistente in vista della distribuzione negli uffici giudiziari della prima tranche di aumento dell'organico previsto dalla legge 48/2001 (mille unità complessive). Una situazione, per usare l'espressione del Csm, al limite della ´sostanziale paralisi'. Il ministero della giustizia ha predisposto la bozza di decreto per l'adeguamento degli organici relativamente al primo concorso (il 21 gennaio inizieranno le prove scritte), sulla quale ha chiesto il parere di palazzo dei Marescialli, votato ieri dal plenum (relatore Luigi Marini). Il progetto prevede la distribuzione di 234 posti (su un totale di 546 posti, dunque più di un terzo) e interessa tutti i distretti giudiziari. Tra le altre cose il progetto prevede, in una sola soluzione, la istituzione del nucleo di magistrati distrettuali. Una novità per l'Italia, che consentirebbe di avere un pool di magistrati disponibili a sostituire colleghi in aspettativa o assenti per altre ragioni. Il rilievo critico principale sul progetto ministeriale riguarda la scelta di via Arenula di limitare gli adeguamenti per il settore lavoro ai soli uffici di appello e alla corte di cassazione. ´In effetti la proposta non affronta in alcun modo le esigenze degli uffici di primo grado, rinunciando a intervenire anche in situazioni che presentano aspetti di drammaticità e che, a parere del Consiglio, non possono attendere', fa presente il parere. Per questo il Csm ha predisposto due tabelle, la prima delle quali mostra quali sono gli uffici che presentano nuove iscrizioni annue di cause per magistrato addetto al settore in numero superiore ai mille procedimenti (si inizia da Locri, Agrigento, Avellino, Frosinone, Potenza: uffici tutti al di sopra dei 3 mila procedimenti per magistrato); la seconda individua gli uffici che nel settore lavoro presentano il maggior arretrato (Napoli, con oltre 137 mila pendenze, Roma con circa 90 mila, Santa Maria C.V. con 78 mila e Taranto, con oltre 61 mila sono le prime in classifica). Nelle corti d'appello. Il Csm ha apprezzato sia l'ipotesi di lavoro del ministero che ha distribuito il nuovo organico nelle corti d'appello, sezioni lavoro, prendendo in esame le sopravvenienze, che l'intenzione di istituire una sezione lavoro in ogni sede che abbia un numero di procedimenti consistente. Ma ha rilevato alcune incongruenze nella distribuzione delle unità di aumento, penalizzanti per le corti d'appello di Brescia, Venezia e Torino. A vantaggio di molte corti d'appello del Sud che presentano ´percentuali altissime di cause previdenziali verosimilmente a carattere seriale' e di quella di Milano. |