21/11/2005 ore: 11:28
Raccomandati 4 su 10, il nuovo boom
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Pagina 26 -Cronaca Più frequente nelle piccole ditte, meno nelle grandi industrie, il Sud è in testa alla classifica Ancora la storia del Paese di raccomandati? La pratica risale così indietro e così dentro la nostra cultura, ha dei modi e delle derive purtroppo clientelari che in un certo senso sì, è viscerale. Certi personaggi dei film degli anni ‘60, operaio o impiegato perché il commenda ha dato una mano. Anche oggi conoscere il capo è un buon curriculum, ma non è detto che se tizio è amico o amico di un amico funzioni poi come un tempo. Al sud sì, convince di più, specie nelle piccole imprese ci si fida eccome di quello che dice tal dei tali, un´azienda su due (il 45,4%, contro il 36 del nord) è "sensibile" alla segnalazione. E anzi, a volte non la discute nemmeno. Ma andando più a settentrione, verso grandi aziende, allora cambia, qualcosa cambia. Le human resources, i dipendenti, si scelgono con le agenzie di lavoro interinale, consulenti e società di selezione del personale. Professionisti della meritocrazia, cacciatori di teste ben pagati che dicono questi sono referenziati, gente brava e non per parentele. Quasi come in America, quasi, perché references lì non è solo un modo più bello di dire raccomandazione, ma ha un senso laico e di relazione di fiducia, di merito garantito. Ancora non è fondamentale, non è così discriminante. Però internet, quotidiani e stampa specializzata, centri per l´impiego e banche dati aziendali in un anno soltanto hanno visto raddoppiare il loro utilizzo "libero" da parte delle aziende. Al solito, più al nord e nelle grandi aziende: in quelle con oltre 500 dipendenti, le società di ricerca di lavoro sono segnalate come canali preferenziali da un 30%. Al meridione la rete che conta è un´altra, quella delle tre doppie w la conoscono e la usano in pochi. |