9/10/2002 ore: 11:21
Radicali e «Il Giornale» all’attacco del sindacato
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mercoledì 9 ottobre 2002
Provocatoria iniziativa del quotidiano berlusconiano: la distribuzione dei moduli che consentono la disdetta dell’iscrizione all’organizzazione
Radicali e “Il Giornale” all’attacco del sindacato
MILANO. Neanche a farlo apposta, in concomitanza
con lo sciopero generale indetto dalla Cgil per il 18
ottobre i Radicali Italiani si lanciano in una nuova,
strumentale e provocatoria iniziativa contro i sindacati.
In collaborazione con “il Giornale” del fratello di
Berlusconi, il partito avvierà una campagna di informazione
attraverso la distribuzione dei moduli che
consentono la disdetta dell’iscrizione al sindacato.
Moduli che verranno anche pubblicati dal quotidiano
berlusconiano diretto da Maurizio Belpietro.
«Sono oltre due mesi che conduciamo inchieste
per scoprire come il sindacato si finanzia - ha spiegato
il direttore Belpietro - ed abbiamo scoperto che dal
momento in cui ci si iscrive al sindacato lo si rimane
per tutta la vita, con tanto di ritenuta automatica
dallo stipendio». «La revoca dell'iscrizione infatti - ha
proseguito il direttore - è una delle cose più difficili da
fare. C'è un modulo di disdetta ma se non arriva
entro un certo periodo non è valido. La nostra non è
un'iniziativa contro il sindacato ma una battaglia di
libertà e di servizio per consentire ai nostri lettori di
scegliere o no di essere iscritti al sindacato».
Ma il problema, secondo il direttore de “Il Giornale”,
dovrebbe essere risolto a monte, «sottoponendo a
rinnovo obbligatorio, come avviene per tutte le associazioni,
anche l'iscrizione al sindacato, in modo da
poterne verificare il consenso. Questo - ha detto - è il
meccanismo della democrazia e l'unico modo per fare
chiarezza sui bilanci del sindacato e capire, per esempio,
se usa i fondi degli iscritti per iniziative politiche».
“La battaglia di libertà” intentata dal quotidiano
milanese si riallaccia a una serie di iniziative messe in
atto da mesi dallo stesso “il Giornale” allo scopo di
screditare uno dei maggiori sindacati e il suo ex segretario,
Sergio Cofferati.
A questo scopo si sono uniti anche i radicali, promotori
anni addietro di vari referendum contro le
organizzazioni dei lavoratori. «I sindacati - ha precisato
Capezzone - incassano ogni anno oltre 3.500 miliardi
di vecchie lire, contro i 2.000 miliardi in 5 anni
incamerati dai partiti politici attraverso la legge sul
finanziamento pubblico. Va chiarito come questa
massa di denaro viene impiegata e se non serva ai
sindacati per perseguire scopi palesemente politici».
«Non è pensabile - ha aggiunto il portavoce dei
radicali - che nei primi sette mesi dell'anno gli scioperi
siano aumentati del 450% rispetto allo stesso periodo
del 2001. E che siano tutti scioperi contro la politica
generale del governo».
Sia il direttore de “Il Giornale” che il segretario dei
Radicali Italiani hanno sollecitato ad un dibattito su
questi temi i leader delle tre principali confederazioni
sindacali.